Tutto è iniziato da una denuncia di un genitore, che notando qualcosa che non andava nell'atteggiamento del proprio figlio si è rivolto ai carabinieri. Le indagini successive hanno portato alla luce una serie di maltrattamenti che avvenivano all’interno di una cooperativa sociale di Varese per minori con gravi disabilità.
Ora, in base alle indagini dei carabinieri della Compagnia di Varese, alcuni educatori sono accusati di aver maltrattato ripetutamente, dallo scorso aprile a oggi, gli ospiti della residenza cui dovevano fornire assistenza, sottoponendoli a vessazioni e violenze, omettendo controlli e non impedendo loro di farsi del male con atti autolesivi.
Nella mattinata di oggi i militari varesini hanno così dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Varese, su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di sette persone, per i quali è stato predisposto il divieto di avvicinamento alle persone offese.
Sono tutti educatori di un centro diurno di una cooperativa sociale varesina. Per i carabinieri sono gravemente indiziati, in concorso fra loro, del reato di maltrattamenti aggravati e continuati e solo quattro di loro anche del reato di abbandono di persone minori o incapaci e lesioni personali colpose.
Le indagini, che si sono avvalse anche di attività tecniche, sono partite agli inizi del mese di marzo dalla stazione dei carabinieri di Azzate a seguito di una denuncia presentata dai genitori di un minorenne disabile, insospettiti dal mutamento di atteggiamento del proprio figlio che era stato affidato alla struttura socio-sanitaria destinata all’accoglienza, con finalità educative e riabilitative, di minori affetti da gravi disabilità.
In base agli accertamenti svolti i carabinieri hanno ricostruito i fatti. Secondo l'accusa, infatti, gli indagati a vario titolo tra loro e in diverse occasioni nei mesi di aprile e maggio scorsi hanno maltrattato diversi ospiti minori disabili: vessazioni quotidiane e violenze, con offese verbali, strattonamenti, minacce e percosse. In alcuni casi gli stessi avrebbero omesso i doverosi controlli necessari per impedire che gli ospiti ponessero in essere atti autolesivi.
In altre occasioni gli indagati sono accusati di aver abbandonato i minori disabili, necessitanti di vigilanza continua a causa delle patologie da cui sono affetti (in particolare atti autolesivi e crisi epilettiche), lasciandoli da soli in stanza. In altri casi, pur presenti, sono accusati di non aver accudito con attenzione i minori, non intervenendo per interrompere le crisi o i gesti autolesivi, lasciando che i minori si procurassero lesioni, abrasioni e ferite.
Il provvedimento scaturisce dalle risultanze investigative conseguite dai Militari dell’Arma, che come sempre hanno profuso particolare impegno a tutela delle fasce deboli.
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