Commozione, incredulità, silenzio e speranza. Un mix di sentimenti e stati d'animo questa mattina al Mottarone per la cerimonia di commemorazione della tragedia di esattamente un mese fa. Un incidente nel quale hanno perso la vita quattordici persone, cinque delle quali della provincia di Varese.
Nel piazzale antistante l'arrivo della funivia, il vescovo della diocesi di Novara, Monsignor Franco Giulio Brambilla, a distanza di un mese esatto dalla tragedia, ha celebrato la messa in ricordo delle 14 vittime. Deponendo, a pochi passi dalla stazione di arrivo della funivia, una corona con 14 rose bianche.
Erano presenti tanti amministratori: i sindaci di Stresa Marcella Severino con la sua giunta ed i consiglieri, il primo cittadino di Baveno Alessandro Monti, quello di Omegna Paolo Marchioni, Gianni Morandi di Gravellona e Claudio Pizzi di Casale. E poi il presidente della Provincia del Vco Arturo Lincio, Ivan De Grandis per la provincia di Novara, il sindaco di Cavalese Sergio Finato, la procuratrice Olimpia Bossi con il sostituto Laura Carrera oltre ai carabinieri di Verbania e Stresa, i rappresentanti della Protezione Civile, del Soccorso Alpino, della Croce Rossa e dei Vigili del Fuoco.
Nell'omelia, il vescovo ha pronunciato ad uno ad uno il nome delle quattordici vittime. «Non posso che condannare la superficialità e l'egoismo -ha detto Monsignor Brambilla- che causano tragedie come queste: dobbiamo essere tutti più attenti e responsabili. Non ci sono parole per spiegare ad un bambino come Eitan perché abbia perso mamma, papà e fratellino. Possiamo solo cercare conforto in Dio, che piange con noi. La bellezza di questi posti comunque non può e deve essere rovinata dalla superficialità» ha ribadito il vescovo.
Commenti