È accusato anche di aver fatto esplodere una bomba carta nei pressi del tribunale di Asti e delle minacce a quattro magistrati, nell'ottobre 2019, Giampaolo Nuara, astigiano di 42 anni, unico imputato nel processo per l'omicidio dello chef di Calliano Piero Beggi e ritenuto responsabile di una serie di furti con esplosivi agli sportelli automatici di banche e poste e di alcune stazioni di carburante nell’Astigiano, Pavese, Alessandrino e Cuneese.
A portare sulle sue tracce la squadra mobile della questura, proprio il modus operandi con l'esplosivo e una serie di altri indizi. Con lui, a vario titolo, coinvolte altre tre persone, due astigiani G.S 46 anni, una donna C.D. di 42 anni e un torinese, G.D.R di 44 anni
"Si è arrivati all'esito dopo un complessissimo lavoro di indagini - spiega il questore, Sebastiano Salvo - che hanno indotto la procura di Milano a definirie un decreto di chiusura indagini ritenendo che gli elementi fossero sufficienti".
Importanti anche le testimonianze e anche alcuni frame di telecamere in zona che hanno ripreso il passaggio di un'auto intestata alla compagna di Nuara, un'altra macchina guidata dal presunto 'palo' e una Panda gialla, utilizzata per l'azione intimidatoria, risultata rubata.
Il giorno dell'esplosione arrivò anche una telefonata minatoria sia al tribunale di Asti che a quello di Vercelli. Nuara in quei giorni era a processo proprio a Vercelli.
"Nonostante le tante difficoltà legate al periodo del lockdown in cui tutto si è fermato - continua il questore - c'è soddisfazione della forza degli indizi e la consapevolezza del buon lavoro fatto dalla Digos prima con Daniele Capone e dalla Squadra Mobile poi con Loris Petrillo e Marco Primavera".
Operazione Asti Bomb
L’attività info investigativa denominata Operazione “Asti Bomb” è durata 13 mesi durante i quali sono state monitorate 104 utenze telefoniche, 20 ambientali su auto e 206.182 conversazioni telefoniche ascoltate, ha evidenziato metodi e tecniche di depistaggio particolarmente difficili da penetrare, tra le quali l’utilizzo di autovetture intestate a prestanome chiamati “Gagè” e soprattutto l’uso di numerose utenze telefoniche esclusivamente “dedicate” per la commissione del reato.
La vicenda
Era l'una e cinquanta del 7 ottobre quando un'esplosione svegliò gli abitanti della zona intorno al tribunale.
Una bomba carta esplose in via Galimberti da un'entrata secondaria del Tribunale di Asti - alle spalle dell'Archivio di Stato, al civico 26, unico punto non coperto dal sistema di videosorveglianza.
Non ci furono danni se non un buco nella pavimentazione, ma nei pressi c'era un cartello di minacce nei confronti di magistrati. "Ringraziate a Pavone, Deodato, Amerio, Morando. Vi faremo morire tutti" era scritto con un pennarello, nei confronti di Laura Deodato (già oggetto di minacce quando lavorava ad Alba), Vincenzo Paone, Giorgio Morando e Roberto Amerio.
Spiega Federico Mastorci della Mobile: "Quello che emerge è la capacità degli investigatori che grazie alla loro conoscenza minuziosa del territorio e dei personaggi. In questo periodo c’erano anche le normative Covid più stringenti e questo ha inciso sulle attività di indagini.
Fondamentale allora la conoscenza del territorio che ci hanno portato a ricostruire la penale responsabilità. Siamo ancora in fase di inizio ma abbiamo raccolto gravi indizi che portano responsabilità".
Giampaolo Nuara attualmente è in carcere ad Asti.
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