Il Nazionale

Cronaca | 04 maggio 2021, 19:45

Il padre del rapinatore ferito respinge l’accusa di favoreggiamento: "Non l’ho accompagnato io a Savigliano"

Per bocca del suo legale Giuseppe Modica esclude contatti col familiare nella giornata della tentata rapina alla gioielleria di Grinzane: "La perizia informatica proverà l’estraneità del mio cliente"

Il padre del rapinatore ferito respinge l’accusa di favoreggiamento: "Non l’ho accompagnato io a Savigliano"

E’ fortemente dispiaciuto e preoccupato per il figlio, ma nega qualsivoglia coinvolgimento, nemmeno collaterale, nella vicenda della rapina alla gioielleria di Gallo Grinzane.

Così Giuseppe Modica, albese classe 1959 e padre di Alessandro, il 34enne unico sopravvissuto del terzetto criminale che mercoledì scorso ha tentato l’assalto alla gioielleria di Mario Roggero, chiarisce la propria posizione circa l’informazione di garanzia che la Procura della Repubblica di Asti gli ha notificato ipotizzando il reato di favoreggiamento (prevede fino a quattro anni di reclusione), con l’ipotesi d’accusa, per ora non circostanziata in un preciso capo d’imputazione, di poter essere stato lui ad accompagnare il congiunto presso l’ospedale di Savigliano, dopo che questi era rimasto ferito al ginocchio destro nella sparatoria che ha portato alla morte dei suoi complici, Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino.

Lo fa per mezzo del suo avvocato, il legale albese Andrea Castiglione, che in passato aveva già difeso padre e figlio per altri fatti minori: "Ribadisco la totale estraneità del signor Modica in questa vicenda. Il mio assistito non soltanto nega di aver accompagnato il figlio in fuga a Savigliano, ma addirittura esclude di essere stato anche soltanto interpellato dal suo familiare, col quale nemmeno ricorda di aver avuto contatti recenti, certamente non in quella giornata. Peraltro il figlio nemmeno vivrebbe più ad Alba, essendosi trasferito da tempo, a Torino secondo quanto gli risulta".

A suffragare quanto sostenuto da Giuseppe Modica potrà già essere la perizia informatica disposta dalla Procura. C’è anche il suo, infatti, tra i telefoni cellulari dei quali i magistrati astigiani hanno disposto il sequestro e ora consegnato al consulente torinese Giuseppe Dezzani, che oggi ha assunto l’incarico prestando giuramento e riservandosi 30 giorni di tempo per ricostruire il traffico telefonico e quello dei messaggi partiti e riceuti dalle utenze dei tre banditi nei giorni precedenti e nelle ore successive alla rapina.

"Attenderemo il risultato della perizia, dopodiché siamo certi che la posizione del mio cliente verrà chiarita", conclude il legale, aggiungendo che "lui non ha alcun problema a farsi interrogare, vista la sua totale buona fede e che dall’analisi dei tabulati non emergerà nulla che possa confermare alcun addebito nei suoi confronti". 

Ezio Massucco

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