Il Movimento 5 Stelle vota "sì" a un Governo con Mario Draghi. E' inappellabile l'esito del voto avvenuto sulla piattaforma Rousseau nella giornata di oggi: dei 119.544 aventi diritto, sono 74.537 le persone che hanno votato. L'esito? Sì vittorioso con 44.177 voti (59,3%), contro i 30.360 (40,7%) no.
Una differenza a suo modo risicata, se si pensa che è il secondo risultato meno netto della storia delle votazioni del M5s. La conferma di una divisione piuttosto marcata arriva da Torino: consiglieri e assessori, infatti, hanno votato in maniera piuttosto diversa. All'ombra della Mole il fronte del "no" è quello più consistente e ampio, ma anche quello sconfitto.
A guidare gli esponenti pentastellati "delusi", la capogruppo Valentina Sganga: "Sono sinceramente preoccupata da quanto sia assolutamente normale in questo Paese l'idea di dar vita ad un governo che comprenda praticamente quasi tutto l'arco parlamentare. La totale assenza di opposizione sarebbe per me una ferita democratica insopportabile".
"Il fatto che non sia stata chiarita la compagine governativa, le forze politiche che ne faranno parte, i temi su cui trovare convergenza e lavorare congiuntamente e i nomi dei ministri che ricopriranno gli incarichi mi lascia senza alcuna certezza" ha precisato la capogruppo.
Voto contrario anche per le consigliere Barbara Azzarà e Daniela Albano e il consigliere Andrea Russi, che si è espresso contro la presenza del M5S all'interno di un Governo Draghi, seppur tra mille dubbi.
Chi non ne ha avuti è Federico Mensio: "Avrei preferito un orizzonte temporale definito, perché un Governo potesse portare a casa tre risultati definiti come l'impostazione dell'utilizzo dei fondi europei post Covid, la legge elettorale e la gestione dell'emergenza Covid".
Tra i sostenitori del "no", a differenza del collega di Giunta Alberto Unia, l'assessore all'Urbanistica Antonino Iaria: "Ho votato no all'appoggio al Governo Draghi. E' un no politico, il mio. Non è soltanto legato alla coabitazione con forze politiche che il MoVimento ha depennato definitivamente dall'elenco dei possibili partner. Il mio è anche un "NO" pragmatico: ritengo che la scelta corretta sia quella di una riflessione senza preconcetti, a cui dobbiamo dedicare tempo ed energie per giungere ad una riorganizzazione di cui abbiamo urgente necessità".
"Ciò che abbiamo realizzato e realizzeremo è il nostro patrimonio, la nostra forza e l'eredità su cui costruire il nostro futuro. Cederla per due ministeri è un compromesso troppo sbilanciato a favore di chi in questi mesi difficili ha solo parlato a vanvera" ha concluso l'assessore.
Tra chi ha votato a favore e può quindi legittimamente gioire per il risultato, Marco Chessa, consigliere dall'anima di Governo, con posizioni storicamente più moderate rispetto ad altri colleghi: "Credo che le ultime settimane abbiano dimostrato plasticamente tutti i limiti della classe politica alla guida del nostro Paese che hanno portato alla fine del secondo Governo Conte".
"Ritengo che il profilo di Draghi sia indiscutibile sotto il profilo delle competenze e delle capacità, qualità quanto mai necessarie in uno scenario come quello che stiamo vivendo" ha spiegato Chessa.
Un sì convinto è arrivato anche da parte di Antonio Fornari e dal presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari. A favore del Professore, anche Serena Imbesi, che ha comunque sollevato più di un dubbio circa le modalità di voto: "Sono molto contrariata rispetto all'impostazione della domanda".
Un voto positivo, ma incerto sino all'ultimo, quello dell'assessore all'Ambiente Alberto Unia, che alla fine ha votato sì.
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