Con la tragedia di ieri mattina a Carmagnola, la terribile scia di morte tra le mura domestiche che sta stravolgendo in questi mesi la zona di Torino e la sua provincia diventa ancora più lunga.
Il caso del padre di 39 anni che nella sua abitazione ha ucciso prima la moglie, poi il figlioletto di 5 anni e infine ha tentato invano il suicidio gettandosi dal balcone, arriva infatti in scia a un preoccupante elenco di omicidi (e suicidi) che per l'ultima volta aveva fatto parlare di sé lo scorso 9 novembre a Carignano, quando un operaio aveva sparato alla moglie e ai due figli.
Episodio simile a quello verificatosi il 26 settembre 2020, a Venaria, quando Antonino La Targia, 46 anni e ridotto su una sedia a rotelle, ha atteso e ucciso nel parcheggio davanti a casa Maria Masi, che avrebbe compiuto 42 anni la settimana successiva e con la quale erano in corso le pratiche per la separazione.
Una formula ormai diventata terribilmente "attuale": drammi personali e follie sfociati nel gesto più irreparabile, cui fa seguito la fuga definitiva del colpevole, che sceglie di togliersi la vita. Vittime sono quasi sempre donne, ma in alcuni casi anche i bambini. La sensazione è sempre la stessa: un silenzio ammutolito di fronte a eventi che si fatica a spiegare.
Casi come quello che si è verificato a Rivara Canavese, il 21 settembre scorso, quando un operaio di 47 anni, Claudio Baima Poma, separato e a quanto pare vittima di depressione, ha ucciso il figlio Andrea, 11 anni, prima di spararsi, nel cuore della notte, gettando nello sconforto l'ex moglie.
Sempre a Carmagnola, lo scorso 17 luglio, un uomo di 71 anni di Bagnolo Piemonte, Pasquale Mattana, va a casa di una donna di 68, Eufrosina Martini, la sua compagna e le spara. La uccide, quindi si dà alla fuga e torna nella sua abitazione, in provincia di Cuneo. L'ultimo gesto che compie il pensionato è quello di rivolgere l'arma verso se stesso.
Una tragedia fin troppo simile a quella che si verifica pochi giorni dopo, a Vinovo. E' il 31 luglio quando una guardia giurata di 48 anni - Gianfranco Trafficante - raggiunge la sua compagna di 44, Emanuela Urso e la uccide, ancora una volta a colpi di pistola, dopo un litigio.
In passato, la vice presidente del Senato e senatrice Pd Anna Rossomando, aveva commentato con queste parole i drammi consumatisi in casa: "I dati disponibili confermano che la stragrande maggioranza dei femminicidi avviene tra le mura domestiche e i responsabili sono spesso partner o ex partner. C'è poi un elemento ulteriore, come la presenza di un'arma in casa, a quanto si apprende, regolarmente denunciata. Dunque un caso che sembrerebbe rientrare in dinamiche purtroppo già note che dobbiamo continuare a combattere con tutti gli strumenti a nostra disposizione, sia legislativi che di prevenzione".
Commenti