Un filo sottile di un colore tra il giallo e l'arancione tiene in apprensione i commercianti piemontesi. Alla vigilia del monitoraggio del Comitato Tecnico Scientifico, non vi sono certezze su quale colore verrà assegnato alla Regione Piemonte.
La speranza, come già annunciato precedentemente dal presidente Alberto Cirio, è che il Piemonte possa essere promosso in zona gialla: per farlo l'indice RT dovrà scendere sotto l'1 e potrebbe non bastare. I progressi della regione infatti non sono così evidenti come in altre zone d'Italia e l'ipotesi che la zona arancione venga confermata per altre due settimane non è così campata per aria. Anzi. Gli equilibri sono sottilissimi, le sfumature quasi impercettibili. Eppure, le conseguenze economiche sarebbero molto più marcate a seconda del tipo di assegnazione.
In attesa di un responso ufficiale, la situazione sanitaria in Piemonte è la seguente: la curva dei contagi si è pressoché appiattita. Le terapie intensive respirano, con 163 posti occupati, mentre i ricoverati con sintomi sono 2.280. Una settimana fa, quando l'indice RT aveva toccato quota 1.04, le intensive erano a 165 e i ricoverati 2.466. Insomma, dati più o meno stabili.
Se a livello di indice RT il Piemonte dovesse scendere sotto l'1, attenzione poi al numero di casi per 100.000 abitanti, una variabile che in passato aveva già penalizzato altre regioni.
Un cambio di colore da arancione a giallo gioverebbe soprattutto bar e ristoranti, in ginocchio ormai dall'inizio delle feste natalizie. Di riflesso però, con più persone in giro, i benefici ricadrebbero anche sulle altre categorie di negozi che hanno visto ridursi notevolmente il volume degli affari. Insomma, dopo un mese piuttosto duro per l'economia locale, la decisione del Comitato Tecnico Scientifico di domani si preannuncia particolarmente delicata.
Ecco perché, consapevoli degli equilibri fragilissimi, dalla Regione si trincerano verso un "al momento nessun commento". L'ultima parola, ancora una volta, spetterà alla scienza.
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