Il Nazionale

Cronaca | 18 dicembre 2020, 13:58

‘Pedibus’, il progetto dei bimbi a scuola a piedi mira ad allargarsi anche a Genova

L’esperienza pilota del Comune di Serra Riccò continua a rappresentare un esempio anche per città più grandi; la consigliera del Partito Democratico Cristina Lodi ne ha parlato con alcuni addetti ai lavori

‘Pedibus’, il progetto dei bimbi a scuola a piedi mira ad allargarsi anche a Genova

Dieci anni fa, nel Comune di Serra Riccò, partì a livello sperimentale il progetto ‘Pedibus’, ovvero quell’iniziativa collettiva che prevede che i bambini vadano a scuola tutti insieme, muovendosi a piedi. Un progetto ecologico e soprattutto sociale, che sin da quella data va avanti in maniera continuativa, sia nel plesso di Pedemonte che in quello della Castagna.

Allora il sindaco era Andrea Torre e gli assessori che se ne occuparono, anche grazie al supporto dell’ex Provincia di Genova con l’assessore Renata Briano, furono Cristina Lodi e Alessandro Balestrero.

Oggi il ‘Pedibus’ va avanti ancora, con l’attuale prima cittadina Angela Negri e soprattutto con una serie di volontarie che lo portano avanti con immutati impegno e passione, a cominciare da Sandra Rossi Ferrari, che coordina tutte le uscite mattutine. Il bello è constatare che, anno scolastico dopo anno scolastico, e anche in tempo di Covid, questo progetto è diventato un modello anche per altre amministrazioni e per città più grandi, a partire da Genova.

La consigliera comunale Cristina Lodi, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Tursi, ne ha parlato l’altra sera con alcuni suoi ospiti, nell’ambito delle dirette Facebook che da qualche settimana a questa parte organizza ogni domenica nel tardo pomeriggio.

Il tema della mobilità sostenibile è centrale, e lo diventa anche e soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui la mobilità, oltre che sostenibile, è pure pienamente alternativa, nel senso che, quando a gennaio (e lo si spera un po’ tutti) riprenderà la didattica in presenza per ogni indirizzo e livello di studi, potersi spostare diversamente che con gli autobus e i mezzi propri potrebbe essere una delle soluzioni per evitare assembramenti. Ecco allora che il ‘Pedibus’ rientra ampiamente in questo discorso.

A parlare dell’esperienza di Serra Riccò sono state la sindaca Angela Negri e la volontaria Sandra Rossi Ferrari: si era partiti anni addietro con cinque bambini, adesso ve ne sono quaranta per un plesso e trentacinque per l’altro.

Il tema ha suscitato l’interesse da parte dell’Associazione tRiciclo - Bimbi a basso impatto: “Nei mesi scorsi - racconta il vicepresidente, Marco Tizzi - è stata realizzata una campagna, intitolata ‘Desiderio di Pedibus’: abbiamo chiesto ai genitori di alcuni istituti scolastici di organizzare un ‘Pedibus’ di prova con la classe, anche con tre o quattro bimbi, per sensibilizzare il dirigente scolastico dell’istituto e gli altri genitori ad attivarne la progettazione e a utilizzare questo ‘mezzo’ nell’anno scolastico in corso. Alcuni ‘Pedibus’ sono poi effettivamente partiti e vanno avanti tuttora”.

Ma perché utilizzare il ‘Pedibus’? L’associazione tRiciclo, che tra l’altro promuove a Genova la bellissima iniziativa ‘TooRNA’, ovvero uno scambio di vestiti e di oggetti per i bambini, lo sintetizza così: “Andando a scuola a piedi, è possibile essere in prima persona e con poco sforzo testimoni del messaggio ‘Emissioni zero, mobilità per tutti’. Sarebbe un grande messaggio che il seme delle emissioni zero venisse piantato proprio dai bambini, per questo chiediamo al Comune di Genova di immaginare scuole senza auto, dando vita alle strade scolastiche, e vorremmo che i Municipi dessero il sostegno necessario per far nascere ‘Pedibus’ in ogni quartiere collaborando con Asl 3 e con l’Ufficio Scolastico Regionale”.

Gli obiettivi del progetto sono quelli di disincentivare l’uso dell’auto privata per accompagnare i figli a scuola, riducendo inquinamento e pericoli, oltre a insegnare ai bambini ad essere autonomi e a preferire ‘mezzi di trasporto’ puliti, garantire la puntualità degli scolari e garantire la loro sicurezza, abituarli a fare movimento e consentire ai genitori di conciliare tempo familiare e tempo lavorativo. Va detto che più è grande la città e più gli obiettivi diventano impegnativi, ma provarci è sempre sacrosanto, anche perché qui non è in ballo la singola educazione ambientale, ma sono in ballo proprio l’educazione civica e l’educazione in generale.

Alberto Bruzzone

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