La fine dei lavori della linea ferroviaria Tav Torino-Lione è prevista per il 2032, quindi tre anni dopo rispetto al termine comunicato in precedenza. "Questa è la data se il contratto di programma verrà registrato nei primi sei mesi del 2021". Lo ha annunciato oggi la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli in audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.
La ministra ho sottolineato come i lavori stiano proseguendo, almeno sulla parte italiana, ma che per avere un cronoprogramma preciso bisognerà aspettare l'approvazione del contratto di programma".
Immediata la reazione all'annuncio da parte del Movimento No Tav, che ha sottolineato come di fatto la ministra abbia "posticipato la fine lavori di almeno 3 anni. A proposito dell'intervento della De Micheli, il movimento No Tav ha invece parlato di "una sequela di balbettii e arrampicate sugli specchi che hanno generato un certo imbarazzo nelle aule istituzionali". "La ministra - hanno spiegato i No Tav - ha ammesso che il finanziamento europeo non è al momento disponibile, dimostrando che ad oggi non c'è certezza di nulla. Ma intanto non accenna a finire l'occupazione militare della Valle di Susa, dove milioni di euro dei contribuenti vengono spesi per permettere a Telt di fare cassa".
Anche la consigliera regionale Francesca Frediani, pentastellata, si è unita al coro: "L'audizione della De Micheli - ha detto - è stata tutt'altro che trionfale per i paladini del Tav. Anzi, è stata una Caporetto".
Mino Giachino, da sempre maggiore esponente dei Sì Tav, ha invece commentato attribuendo il "ritardo" accumulato ai tentennamenti di Pd e M5S: "Sono stati persi due anni".
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