Se uno straniero senza documenti d'identità si presenta al Pronto Soccorso degli ospedali Maria Vittoria o Amedeo di Savoia, da venerdì scorso viene segnalato alla polizia. Lo dice una nota (che risale appunto all'11 dicembre), firmata dal direttore sanitario. E che descrive, per l'appunto, il nuovo iter "per l’identificazione degli stranieri privi di documento di identità ricoverati presso i due ospedali con l'intervento della polizia locale".
Immediata è scoppiata la polemica politica, con il consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle all'attacco: "Ammalarsi non è un reato - ha detto - Non esiste alcuna legge che colleghi il ricovero in ospedale con l'identificazione da parte delle forze dell'ordine. La salute è un diritto assoluto e universale nel nostro paese, quindi è importante ribadire che non esiste alcuna legge che subordini o colleghi il diritto alla cura al diritto all'identificazione del paziente".
Valle ha presentato un’interrogazione all'assessore alla Sanità per fare luce sulla questione. Icardi risponderà domani in aula durante il Consiglio regionale.
"A Icardi - spiega Valle - chiedo quali siano le indicazioni della Regione al riguardo. Non possiamo lasciare che persone si ammalino senza la possibilità di essere curate, né disincentivare l’accesso alle strutture sanitarie in un momento tanto delicato, diventando un pericolo per se stessi e per gli altri. Gli ospedali dovrebbero essere rifugio, ricovero, luogo di salvezza".
“La nostra Repubblica tutela la salute sia quale diritto fondamentale dell'individuo sia come interesse della collettività, mentre la nota firmata dal direttore sanitario dell'ospedale Maria Vittoria di Torino decide autonomamente di cancellare questa norma: segnalare polizia locale e identificare gli stranieri arrivati in ospedale se privi di documento di identità non solo è una violazione inaccettabile della legge contro gli individui malati a cui, di fatto, viene impedito di curarsi ma, in una situazione di pandemia con alta contagiosità come quella in cui siamo, non curare tutti i malati rappresenta un pericolo insensato per tutta la nostra comunità”, dichiara Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte.
“Se quella nota è un’iniziativa estemporanea del Direttore, fatta magari per farsi notare dalla Lega al governo regionale, auspichiamo che ritiri immediatamente l’atto di cui evidentemente non ha compreso la complessità delle ricadute sulla sanità pubblica”, conclude Grimaldi.
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