Il Nazionale

Cronaca | 14 dicembre 2020, 12:47

Agli arresti domiciliari, spacciava comunque cocaina: torna in carcere uno degli arrestati dell'operazione "Fiori dell'Est"

Insieme all'uomo, un albanese 48enne, è stato tratto in arresto un italiano di 49 anni, che acquistava lo stupefacente da lui per poi rivenderla

Agli arresti domiciliari, spacciava comunque cocaina: torna in carcere uno degli arrestati dell'operazione "Fiori dell'Est"

A conclusione di un’articolata attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile di Asti, venerdì la dottoressa Francesca Di Naro, GIP presso il Tribunale di Asti, ha emesso, su richiesta del sostituto procuratore Gabriele Fiz, le ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dell’albanese D.F. di 48 anni e dell’italiano T.G. di 49, entrambi dimoranti in Asti.


GIUGNO 2019 – OPERAZIONE “FIORI DELL’EST”

Gli stessi magistrati, lo scorso anno erano stati interessati, per i rispettivi ruoli, anche nell’indagine “Fiori dell’Est”, che ha visto il coinvolgimento di 35 indagati e portato all’emissione di 24 misure cautelari per reati in materia di stupefacenti, eseguite il 12 giugno scorso. Nell’ambito di quell’indagine, l’albanese era stato arrestato in flagranza del reato di spaccio di cocaina e successivamente veniva eseguita a suo carico l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Dall’attività investigativa era emerso che lo spacciatore, unitamente al figlio di 26 anni e al cognato di 45, aveva realizzato una proficua e intensa attività illecita che gli permetteva di guadagnare giornalmente anche fino a 1.500 euro, riuscendo a realizzare un profitto stimato superiore agli 80.000 euro, con cessioni di stupefacenti che avvenivano ad ogni ora del giorno e della notte, soprattutto nel fine settimana per “servire” i frequentatori della movida.

Gli scambi avvenivano in svariati luoghi del centro cittadino, nella sua abitazione ed anche presso il chiosco gestito in piazza Campo del Palio dal cognato, la cui licenza veniva sospesa per 30 giorni il 20 giugno scorso; contestualmente venivano anche sottoposte a sequestro preventivo due autovetture ed un appartamento, riconducibili all’attività illecita minuziosamente analizzata dagli investigatori e contestata dal pubblico ministero. All’arrestato veniva contestata anche l’aggravante per aver ceduto lo stupefacente all’interno dell’ospedale e nei pressi della ex caserma della Polizia Locale di piazza Leonardo da Vinci, nonché il reato di estorsione per avere minacciato e in alcuni casi pestato i “clienti” debitori.


OPERAZIONE “BAD BOYS 2020”

L’odierna operazione antidroga “Bad Boys 2020” nasce nel mese di marzo 2020, quando gli investigatori della Mobile hanno appreso che l’uomo, da poco uscito dal carcere perché sottoposto al regime degli arresti domiciliari, aveva immediatamente ripreso a spacciare cocaina.

L’immediata attività info-investigativa ha permesso di raccogliere consistenti elementi utili a carico dell’arrestato, nonché di corroborare quanto ipotizzato dagli investigatori e di confermare che il cittadino albanese aveva ripreso l’attività illecita, facendo nel contempo emergere che lo stesso riforniva lo spacciatore italiano T.G., il quale a sua volta rivendeva la cocaina ai propri “clienti”.

Fin da subito emergeva che l’albanese aveva ripreso totalmente le “vecchie abitudini”, cedendo dosi ad ogni ora presso la propria abitazione, dove era sottoposto ai domiciliari, e consegnandola anche presso le abitazioni dei clienti, del tutto incurante delle restrizioni imposte dagli arresti domiciliari e dai DPCM emanati per prevenire i contagi da Covid-19.

I numerosi servizi di osservazione e le immagini registrate dalle telecamere hanno permesso di evidenziare che D.F. si recava una ventina di volte presso l’abitazione di un consumatore italiano, anch’esso sottoposto al regime degli arresti domiciliari, per recapitargli la consueta dose di cocaina, e in una di queste occasioni i due venivano controllati dagli investigatori e tratti in arresto per il reato di evasione, quindi riassociati presso le rispettive abitazioni, sempre in regime degli arresti domiciliari.

Ciò nonostante, già dal giorno successivo l’albanese ha ripreso nuovamente a spacciare, rifornendo T.G. che, a sua volta, ha continuato a sua volta a cedere “al dettaglio” lo stupefacente ai suoi clienti abituali. In particolare, l’italiano era solito incontrare i propri “clienti” per il ritiro del denaro, quindi si recava presso l’abitazione dell’albanese per il rifornimento di cocaina e successivamente recapitava la sostanza al consumatore.

L’11 giugno scorso, a seguito della segnalazione inoltrata, l’albanese veniva nuovamente arrestato per la sospensione della misura alternativa degli arresti domiciliari, non prima però di aver rifornito ancora una volta l’amico italiano. Che, pur consapevole dell’arresto del ‘fornitore’ e che le risultanze avrebbero fatto emergere anche le sue responsabilità, ha continuato come nulla fosse a cedere cocaina.

Comunicato stampa

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