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Politica | 18 novembre 2020, 11:39

Appendino alleata di Cirio: "In zona arancione a fine mese? Gli indicatori stanno migliorando"

La sindaca ospite di RaiNews: "Gli indicatori sono scientifici, ma serve un'informazione chiara perché dovremmo convivere con il virus per mesi"

Appendino alleata di Cirio: "In zona arancione a fine mese? Gli indicatori stanno migliorando"

In un contesto in cui la normalità e la quotidianità sono scandite da sfumature di colore, è il colore arancione quello preso di mira da Chiara Appendino.

La sindaca di Torino, ospite di RaiNews, si è infatti definita ottimista sulla possibilità che il Piemonte possa uscire dalla zona rossa a fine mese, per entrare in quella arancione: "La situazione vede alcuni indicatori che stanno migliorando: l'RT sta scendendo, il raddoppio del contagio è passato da 6 a 10 giorni e il ricovero giornaliero sta scendendo". Una posizione condivisa con il presidente della Regione Alberto Cirio, che in mattinata aveva sottolineato i progressi del Piemonte.

Nonostante il cauto ottimismo, la prima cittadina ha comunque invitato i cittadini alla cautela. L'imperativo è quello di non abbassare la guardia: "Siamo ancora in un momento complesso, il trend deve essere stabilizzato per 15 giorni prima di uscire dalla zona rossa ed entrare in un'altra zona, come quella arancione. La situazione rimane molto grave e le strutture sanitarie sono in grande difficoltà". "Allestiremo l'ospedale da campo di Torino Esposizioni proprio per quello, ma se tutto si conferma in termini di trend, per fine mese si dovrebbe entrare in zona arancione" ha affermato Appendino.

La sindaca si è poi concentrata sui parametri utilizzati per definire il colore di una regione. Questi criteri, nelle ultime settimane, erano stati contestati sia dai Governatori che da diversi esponenti politici locali. "Penso che il comitato tecnico scientifico abbia impostato un lavoro che si basa sui 21 indicatori che hanno una valenza scientifica, il tema secondo me è comunicativo - ha spiegato la sindaca -. In questo contesto di seconda ondata, dove le persone sono in una condizione psicologica diversa, più l'informazione è chiara e più diventa semplice comunicare. Non vanno cambiati gli indicatori, va costruito un metodo". D'altra parte, come ammesso da Appendino, gli italiani dovranno convivere ancora con il virus per diversi mesi. "Deve essere chiaro ai cittadini quali leve devono essere mosse e quali sono le tempistiche per uscire o entrare in una zona, piuttosto che in un'altra".

Appendino si è poi concessa due riflessioni meramente politiche. La prima riguardo la collega Virginia Raggi, in attesa di un'udienza per il processo sull'incarico affidato all'ex capo del personale in Campidoglio Raffaele Marra, e la seconda sul caso Giarrusso, che avrebbe ottenuto finanziamenti dalle lobby. "La mia auto sospensione dopo la sentenza di primo grado per il caso Ream è stata una scelta di coerenza, ma ciascuno deve valutare in base alla propria. Virginia è una donna coraggiosa, ha scelto di ricandidarsi e il mio auspicio è che possa essere assolta nuovamente e proseguire nel proprio percorso. Non ha bisogno dei miei consigli" è il pensiero di Appendino. Sul caso dell'ex Iena Giarrusso, la sindaca ha invece riposto la responsabilità delle decisioni da prendere alle figure dei probiviri: "Ci rimettiamo al loro giudizio. Io mi sono autosospesa perché ritengo il M5s la mia comunità: saranno loro ad analizzare la situazione".

Nonostante sia fuori dal Movimento, Appendino ha dimostrato di avere sempre uno sguardo attento su quella che ritiene la propria famiglia politica. Una prova ne è l'analisi sugli Stati Generali del M5s appena conclusi: "Penso sia stato fatto un buon lavoro. Siamo l'azionista di maggioranza del Governo e dobbiamo definire le priorità rispetto alle tematiche: lavoro, innovazione, welfare e ambiente. Il nostro deve essere un ruolo di Governo nelle istituzioni e nei vari livelli del paese".

Imbeccata sulla città che le piacerebbe lasciare, Appendino si è così espressa: "Sogno una Torino che esce dalla pandemia e che continua a investire su innovazione e nuove filiere industriali. Voglio lasciare una città solidale, come ha dimostrato di essere in questi mesi".

Andrea Parisotto

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