Una ristrutturazione durata circa un anno e mezzo (lockdown permettendo e senza contare tutta la programmazione precedente), con una "crescita" di 8000 metri quadri che porta il totale sopra quota 30mila e uno sviluppo che andrà su due livelli ospitando 25 negozi e creando 200 nuovi posti di lavoro in più. Tutto questo è la nuova 8 Gallery.
Il centro commerciale di zona Lingotto cambia anche nome, oltre che il volto e diventa Centro Commerciale Lingotto. L'investimento, tra 8 Gallery immobiliare e Pradera, è stato di 20 milioni di euro.
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"La precedente 8 Gallery aveva molti negozi, ma spesso piccoli. Ora abbiamo ampie superfici e si può godere anche della bellezza strutturale di questo luogo", dice Fabrizio Cardamone, direttore del Centro Commerciale Lingotto. "Si è capito che andava riorganizzato il centro commerciale, anche se lavorare dal punto di vista architettonico e amministrativo non è facile: siamo in un monumento tutelato dalla sovrintendenza. Ma ce l'abbiamo fatta e tornerà anche l'area gioco, che abbiamo scoperto essere particolarmente apprezzata dagli utenti".
Proprio le giostrine, infatti, erano nello spazio che oggi è stato "aperto" con l'accesso al piano inferiore tramite due scale mobili e altrettanti ascensori. Il cambiamento che più di tutti "colpisce" a prima vista, oltre all'accesso su via Nizza con nuovo ingressi ricavati vicino al Centro congressi, in quello che è il Padiglione V.
"Abbiamo voluto confermare questa apertura ufficiale nonostante le difficoltà del periodo per rispetto delle tante persone che hanno lavorato e che lavoreranno qui nella struttura. È stato fatto un grande sforzo e andava valorizzato".
"La proprietà ha creduto in questa città e ha fatto bene - dice Roberto Limetti, managing director di Pradera -. Questo immobile è conosciuto e unico in tutto il mondo e abbiamo voluto renderlo all'altezza della sua storia, in una posizione straordinaria e in una città importante".
"Qui - prosegue - ci sono alberghi, un cinema e l'università e anche la parte commerciale andava portata all'altezza, coinvolgendo anche marchi che in passato non potevano venire. È vero che la proprietà è straniera, ma da italiano è un segno di interesse e impegno importante".
E non è finita qui: "Presto arriverà la ristrutturazione della Corte Uno, vicino al cinema e una complessiva attività di ammodernamento - continua Limetti - La proprietà ha chiacchierato poco e fatto molto e anche chi ha lavorato l'ha fatto giorno e notte".
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Impossibile non pensare all'attualità e all'emergenza sanitaria che scandisce la quotidianità. "I centri commerciali sono luoghi sicuri e ciò che viene previsto viene rispettato, anche in maniera più ampia e stringente", conclude Limetti.
"Senza sicurezza non c'è centro commerciale e noi pretendiamo che si rispettino le regole e le prescrizioni che sono vigenti - aggiunge Cardamone -, abbiamo riorganizzato igienizzazione, pulizie e impiantistica e restiamo in attesa di ulteriori indicazioni. Aspettiamo e siamo tranquilli".
"Questo centro commerciale è un microcosmo, una città dentro la città, con palestre, pinacoteca, tanti uffici e dunque rappresenta un target molto ampio - commenta l'architetto Christian Catania di Lombardini22 - e all'accoglienza abbiamo aggiunto il rispetto della tradizione e del passato, come anche il cambio di nome tornano a Lingotto vuole ribadire".
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