Le aree verdi e la vegetazione a tratti incontrollata? Sono uno degli argomenti più tradizionali nelle estati torinesi (e non solo). Ma ogni zona di Torino finisce per fare storia a sé. E' il caso, per esempio, di borgo Filadelfia e dei suoi dintorni: quella fetta di città che da sotto corso Unione Sovietica si spinge fino alla ferrovia, orbitando di fatto intorno al vecchio stadio del Grande Torino, gli ex mercati generali, il Moi e dintorni.
Qui, la situazione, è fatta di chiaroscuri. Spiccano senza dubbio le zone ben curate, che sono la maggioranza e che riguardano soprattutto quei giardini in cui i bambini e le famiglie sono soliti trascorrere le ore all'aria aperta. Da piazza Galimberti ai giardini Di Vittorio,
passando anche per le realtà più piccole, come il giardino Contratti, realizzato negli interni tra via Giordano Bruno e via Spano.
Girando tra gli isolati di questo borgo, non mancano però le situazioni decisamente più curiose. Soprattutto lungo le piste ciclabili o i binari del tram che passano in corso Unione Sovietica, proprio dove è tracciato l'immaginario confine con il quartiere di Santa Rita. Qui, infatti, alcune macchie di vegetazione sembrano davvero aver preso il sopravvento: in alcuni casi coprono binari e visuale a chi deve attraversare (per esempio all'angolo con piazza San Gabriele da Gorizia, vicino al Csi),
oppure sono cresciuti tanto da nascondere parte della vista delle case dall'altra parte della strada, come succede all'altezza dell'oratorio Agnelli.
Glicini piuttosto "rigogliosi" anche lungo la ciclabile che corre in via Pio VII, poco prima dell'Hiroshima mon amour
oppure lungo via Berruti e Ferrero, la strada che collega la scuola di via Sidoli al Ferrante Aporti.
Dettagli, comunque, in una situazione complessivamente positiva. Ma che andranno senza dubbio riportati a regime quando la città tornerà a riempirsi e - si spera - riprenderanno le normali attività quotidiane delle persone.
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