Il Nazionale

Cronaca | 25 luglio 2020, 14:10

Processo Bonello, la sentenza: 10 mesi per omicidio colposo per Acquarone, 3 anni e 9 mesi per circonvenzione per Bonvicini

Per l'ex marito la pena sarà sospesa, assolto invece dall'omicidio e dal falso l'ex comandante della polizia postale, assolto dal falso anche il medico curante di Bonvicini Debenedetti.

Processo Bonello, la sentenza: 10 mesi per omicidio colposo per Acquarone, 3 anni e 9 mesi per circonvenzione per Bonvicini

3 anni e 9 mesi per circonvenzione d'incapace e truffa nei confronti dell'ex comandante della polizia postale Alberto Bonvicini e 10 mesi con la sospensione condizionale della pena (e la non menzione della pena) per l'ex marito Mauro Aquarone, assolto per il falso il medico curante di Bonvicini Roberto Debenedetti.

Queste le condanne del giudice Matteo Pistone che questa mattina ha letto le sentenze nei confronti degli imputati coinvolti nel processo che vedeva al centro la dottoressa Luisa Bonello che era stata trovata senza vita il 19 settembre del 2014 nella sua abitazione di via Genova a Savona.

L'ex ispettore è stato invece assolto per l'omicidio colposo e il falso ma non per la circonvenzione visto che in diverse occasioni, contestate in aula dallo stesso e dalla sua difesa, aveva ricevuto delle somme in denaro dalla dottoressa (in un caso anche 70mila euro). Per il medico curante, nonché ex marito, invece è arrivata la condanna per omicidio colposo perché non avrebbe fatto abbastanza per impedire che la donna, che aveva problemi di depressione e che aveva già tentato il suicidio, continuasse ad avere in casa delle armi, tra cui la pistola con la quale poi si è tolta la vita.

Per Alketa Mecani e Desnik Mecani, testimoni nel processo, il giudice Pistone ha inoltre disposto di procedere per il reato di falsa testimonianza. Trasmessi gli atti del processo alla Procura per indagare, procedere, nei confronti dello psichiatra Antonio Ferro per omicidio colposo per cooperazione colposa.

Dopo un lungo e articolato processo, fatto di testimonianze, perizie e controperizie, il giudice nella sentenza ha fatto intendere che la donna si sarebbe tolta la vita quella notte, smentendo così le tesi delle difese sull'omicidio. 

Diversi i testimoni ascoltati, dagli investigatori della squadra mobile della polizia che si sono occupati delle indagini, il medico legale Marco Canepa che aveva effettuato l'autopsia e una vicina di casa ma soprattutto il vescovo emerito Vittorio Lupi che era stato aiutato da Bonvicini a causa delle minacce subite dalla Bonello (per quello si erano conosciuti).

Nel marzo del 2019 era stato ascoltato anche il titolare dell'omonima armeria Dario Tessitore che aveva venduto la pistola semiautomatica una Cz 75 Shadow Sport Calibro 9×21 con il quale la dottoressa si era sparata. Tessitore aveva specificato che non era possibile, a causa del forte rinculo del colpo, che una persona seduta sul letto con le gambe distese fosse trovata nella posizione in cui è stata trovata la Bonello, cioè coricata sul letto con la pistola impugnata nella mano destra e appoggiata sul petto, all’altezza dello sterno. Ipotesi però sul quale non era stato d'accordo il pm Ferro che aveva proseguito sulla linea della Procura secondo il quale la dottoressa Bonello si era sicuramente tolta la vita sparandosi nella sua camera da letto.

I consulenti della difesa avevano contestano l'ipotesi suicidio e il perito balistico Pietro Benedetti ed il medico legale Roberto Malcontenti, avevano contestato l'impossibilità del fatto, vista la posizione in cui è stato ritrovato il corpo, l'assenza di sangue sulla mano destra oltre che sulla canna della pistola e l'assenza di lesioni in bocca.

Su richiesta degli avvocati di Acquarone e Bonvicini (che secondo le deposizioni in aula erano convinti che non sia stato un suicidio) Paolo Nolasco e Fausto Mazzitelli, accettata dal giudice Matteo Pistone, era stata predisposta anche una nuova perizia per fare chiarezza sulla morte e lo scorso maggio era stato conferito l’incarico al perito balistico Stefano Conti e al medico legale Roberto Testi i quali avevano confermato nuovamente la tesi del suicidio.

Dopo la requisitoria del Pm e le arringhe difensive degli avvocati di Acquarone, Bonvicini (i legali Cesarina Barghini e Francesca Iovine) e Debenedetti (Rosanna Rebagliati), le repliche e le controrepliche è arrivato a sentenza dopo quasi 6 anni uno dei più complicati processi degli ultimi anni nel savonese.

 

Luciano Parodi

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