La vendita e la riqualificazione della Manifattura Tabacchi come volano per la riqualificazione di Torino Nord. E’ questo quello che è emerso durante il convegno “La vendita dell’Ex Manifattura Tabacchi: una opportunità per Torino”, dedicato agli scenari di valorizzazione per la rinascita dello storico edificio messo all’asta dal Demanio.
Il prossimo 13 ottobre infatti scadrà il termine per presentare un’offerta (base d’asta 6.665.000 euro) per l’acquisto del compendio simbolo di Torino Nord abbandonato da diversi anni. Tante le potenzialità dell’edificio, che con i suoi 46.000 mq di spazio, avrà come destinazione urbanistica i servizi universitari. L’ipotesi più probabile, al netto di quanto affermato durante il convegno, è che la Manifattura non diventi una mera sede degli atenei torinesi, ma un campus moderno, con servizi in grado di stimolare una rigenerazione urbana di tutta l’area. Area che, come ricordato dalla sindaca Appendino, verrà rivoluzionata da altri due elementi su cui si lavora ogni giorno a testa bassa: la linea due della metropolitana e la revisione del piano regolatore.
“Ha una vocazione universitaria, dopo tanti anni l’area può essere valorizzata e si associa a un percorso che stiamo facendo sulla seconda linea della metropolitana che riqualificherà in maniera significativa questa zona di Torino” sono infatti le parole della sindaca. Appendino ha confermato come l’idea è che l’arrivo degli studenti porti a una vera e propria rivoluzione: “Il tema universitario sarà centrale, vocazione che avrà un impatto importante sul quartiere, sul commercio e sulla vivibilità di questo spazio”. “Tutto parte dalla revisione del piano regolatore, Torino Nord ha sofferto tanto. La metro 2 rende l’area più attrattiva per gli investitori” ha poi concluso la sindaca a margine del convegno.
Una visione che non si discosta da quella proposta da Andrea Tronzano, assessore al Patrimonio della Regione Piemonte: “E’ una di quelle situazioni che ci pone di fronte a un obiettivo preciso: che le identità economiche e storiche della nostra città siano valorizzate. Il rilancio del nostro sistema produttivo passa dal recupero di strutture come questa”.
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Resta da valutare quali soggetti decideranno di investire sulla riqualificazione, che si prospetta comunque molto onerosa. La necessità di nuovi spazi degli atenei torinesi è però un dato di fatto, come confermato dal rettore del Politecnico, Guido Saracco: “Abbiamo bisogno di spazi, siamo l’Università che è cresciuta di più negli ultimi anni”. “Qui non ha senso che il Politecnico apra una sede, ma ha senso che nascano collegi universitari moderni, popolati da medici, giuristi, ingegneri e chimici che diano vita a un percorso di innovazione dal basso. Così nasce anche un movimento di rigenerazione urbana” ha ribadito il rettore.
Fiducioso che dopo anni di abbandono il plesso possa finalmente risorgere l’assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Antonino Iaria: “Ciò che rende attrattivo il compendio è il coraggio del Demanio di metterlo in vendita con una base d’asta bassa, consci che la riqualificazione di questo complesso sarà molto costosa. La nuova linea della metro 2 e la revisione del piano regolatore aprono a nuove prospettive nuove”. Anche Iaria però non immagina la Manifattura Tabacchi come una semplice sede universitaria: “La destinazione urbanistica è a servizi universitari, non è detto che debba presentare l’offerta l’università. La Manifattura Tabacchi era il polo attrattore che ha fatto nascere qui vicino un borgo che pochi conoscono e deve diventare il polo attrattore della rinascita di quest’area della città”.
“Quella che presentiamo oggi è un’operazione importante per rigenerare il tessuto urbano di Torino, in un particolare momento storico di crisi economica - ha dichiarato il Direttore del Demanio Antonio Agostini - L’Ex Manifattura Tabacchi è uno spazio immenso, appresentativo, storico e simbolico che può essere riconvertito e tornare a nuova vita, offrendo opportunità di lavoro e di crescita per la città. La mission dell’Agenzia del Demanio, infatti, non è solo quella di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico ma è, soprattutto, quella di individuare soluzioni in grado di recepire le istanze che provengono dalle realtà locali nelle quali questi beni sono inseriti e, al contempo, fornire le risposte adeguate per dare impulso allo sviluppo socio economico del territorio”.
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