I carabinieri della Stazione di Castagnole delle Lanze e i colleghi della Compagnia di Canelli hanno rapidamente fatto piena luce sul furto di numerosi cimeli appartenuti al campione di Formula Uno Ayrton Senna, trafugati da una seconda casa di Isola d’Asti, dove erano custoditi per conto di una fondazione, afferente alla famiglia del campionissimo prematuramente scomparso, che realizza mostre (quale, ad esempio, quella ospitata lo scorso anno a Palazzo Mazzetti) e altri eventi a scopi benefici.
L'ALLARME LANCIATO DAI VICINI DI CASA
I fatti risalgono al tardo pomeriggio dell’11 luglio scorso, quando una pattuglia della Stazione di Castagnole delle Lanze è intervenuta per un sopralluogo a seguito della denuncia di un furto in una seconda casa. L’allarme era stato lanciato da vicini di casa che, da due sere, notavano un’auto sospetta aggirarsi in zona e che, la sera prima, si era allontanata con a bordo alcuni attrezzi agricoli verosimilmente di proprietà del denunciante.
Giunto sul posto, l’uomo ha effettivamente accertato l’intrusione, avvenuta da una finestra, nel corso della quale i ladri avevano asportato di tutto: dall’abbigliamento alle stoviglie, dai soprammobili ai quadri, dai libri ad una collezione di dischi e perfino la macchina del caffè. Ma, sopratutto, si erano impossessati dell’intera collezione di cimeli appartenuti al campione brasiliano. Tute indossate in gara, bandiere autografate, diversi modellini in scala di auto da lui guidate e svariati altro oggetti che aveva posseduto in vita.
Il tutto per un controvalore di circa 300.00 euro, ma ovviamente incalcolabile dal punto di vista affettivo e simbolico poiché, come accennato, tutti gli oggetti trafugati vengono utilizzati per eventi di beneficenza in favore dei bambini brasiliani tanto cari a Senna, che fondò la Fondazione che porta il suo nome quand’era ancora in vita.
LA SVOLTA NELLE INDAGINI E L'INSEGUIMENTO NOTTURNO
La svolta decisiva delle indagini si è verificata proprio mentre i militari stavano effettuando i rilievi tecnici poiché, proprio in quel momento, hanno notato sopraggiungere a fari spenti un’auto identica a quella che i vicini di casa avevano notato aggirarsi in zona nei giorni precedenti. I carabinieri hanno pertanto spento le luci dell’abitazione e, risaliti a bordo dell’auto di servizio, si sono diretti verso l’auto sospetta. Quest’ultima, appena accortasi della pattuglia, ha immediatamente acceso i fari tentando la fuga, terminata però qualche chilometro dopo quando i militari sono riusciti a bloccarla.
I due uomini a bordo hanno goffamente tentato di giustificare la propria presenza sostenendo di essersi persi, ma ovviamente non sono stati creduti dai carabinieri che, nel corso di successive perquisizioni personali e domiciliari, hanno rinvenuto alcuni beni sottratti dall’abitazione e arnesi da scasso. Perquisizioni estese all’abitazione canellese di uno dei due, dove i militari hanno rinvenuto l’intera refurtiva: i due avevano di fatto saturato ogni stanza con oggetti appartenenti a Senna, in attesa di piazzarli sul mercato nero dei collezionisti.
SFUMA L'IPOTESI FURTO SU COMMISSIONE
Gli investigatori dell’Arma ritengono che i due non abbiano agito su commissione, così come era parso in un primo tempo, ma si siano in realtà trovati “per caso” a svaligiare la casa, ignorando il vero e proprio tesoro che custodiva. Ipotesi avvalorata dall’analisi del materiale informatico e cellulare sequestrato ai due, che ha consentito di risalire a una chat WhatsApp in cui avevano postato le foto dell’intera collezione, al fine di ottenere una valutazione economica per poi rivendere il tutto sul mercato nero o mediante piattaforme web sulle quali si concentrano inconsapevoli collezionisti disposti a pagare somme ingenti per articoli del genere.
GLI ARRESTATI
Sulla base dei numerosi riscontri emersi a loro carico, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti ne ha disposto l’arresto, avvenuto nella giornata di sabato 18 luglio, fermo restando che i militari li hanno costantemente pedinati, dal giorno del fermo a quello dell’arresto, per evitare il rischio che potessero darsi alla fuga. Sono pertanto finiti in carcere, con l’accusa di furto aggravato in concorso, il 32enne Davide Robba, nativo di Torino ma residente in piazza Gioberti a Canelli, e il trentenne Danilo Martucci, formalmente residente a Sava (TA) e già condannato per porto d’armi, spaccio di stupefacenti e due rapine. Mentre proseguono gli accertamenti dell'Arma per ricostruire il possibile canale di riciclaggio dei preziosi cimeli, dal comando provinciale si precisa che non tutta la refurtiva trafugata è stata rinvenuta. Pertanto, chi disponesse di informazioni utili per recuperarla, è pregato di contattare i carabinieri mediante il 112.
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