La 'ndrangheta continua a espandersi in Piemonte e l'ultima terra di conquista é il Cuneese, più precisamente Bra, dove Carabinieri e Polizia, coordinati dalla Dda di Torino, hanno accertato la presenza di un "locale", radicato nel territorio da almeno cinque anni.
Un sodalizio criminale facente capo ai fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino, originari di Sant'Eufemia d'Aspromonte, che in pochi anni è riuscito a infiltrarsi fra le forze dell'ordine e nella pubblica amministrazione.
Dodici persone sono state arrestate (8 in carcere e 4 ai domiciliari) mentre gli indagati sono una ventina. Fra questi figurano tre carabinieri (due in servizio a Bra e uno a Villa San Giovanni), che fornivano informazioni riservate agli arrestati. I primi due militari passavano ai Luppino informazioni riservate e sono ora indagati per favoreggiamento personale e rivelazione di segreti di ufficio aggravati dall'agevolazione mafiosa.
Il carabiniere di Villa San Giovanni è invece indagato, oltre che per favoreggiamento personale e rivelazione di segreti d'ufficio, per accesso abusivo ai sistemi informatici riservati, aggravati pure in questo caso dall'agevolazione mafiosa.
Indagati anche due agenti di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Saluzzo, dove all'epoca dei fatti era recluso Salvatore Luppino, a cui i poliziotti fornivano beni vietati, fra cui bevande alcoliche. Entrambi dovranno rispondere del reato di corruzione aggravato dall'agevolazione mafiosa.
Sotto la lente degli inquirenti anche un avvocato, indagato per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, che avrebbe fatto da tramite tra Salvatore Luppino ed esponenti di spicco della 'ndrangheta e, soprattutto, un appartenente alla pubblica amministrazione di Bra, in stretti contatti con la famiglia Luppino, che avrebbe trovato un lavoro a Salvatore (il quale paventava possibili influenze sulle competizioni elettorali), consentendogli in tal modo di potere accedere a misure alternative alla detenzione.
Nel corso delle indagini è infine emerso come i fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino venissero considerati personaggi di spicco nel territorio, adddirittura in grado di influenzare l'assegnazione dei posti in occasione della manifestazione "Cheese" organizzata da Slow Food, che è estranea ai fatti.
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"L'aspettto piú preoccupante di questa vicenda sono i rapporti che i soggetti arrestati avevano coi Carabinieri e con la pubblica amministrazione", ha detto il procuratore capo di Torino Anna Maria Loreto, aggiungendo poi che "il gruppo criminale operava a Bra e dintorni soprattutto attraverso il traffico di stupefacenti, avvalendosi della collaborazione di Francesco De Lorenzo di Nichelino e della famiglia calabrese dei Provenzano (padre e due figli), tutti in affari coi Salvatore e Vincenzo Luppino, a capo del locale".
IL TENENTE COLONNELLO MARCO PETTINATO,
COMANDANTE NUCLEO INVESTIGATIVO CARABINIERI DI CUNEO
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