Nel giorno in cui il calcio celebra i 50 anni di Italia-Germania, la ‘partita del secolo’, stasera all’Olimpico di Roma (rigorosamente a porte chiuse) va in scena la finale di Coppa Italia tra Juve e Napoli.
Entrambe arrivano all’atto conclusivo reduci da due pareggi poco convincenti (lo 0-0 bianconero contro un Milan in 10 per 75 minuti, i partenopei dall’1-1 in rimonta che ha eliminato l’Inter grazie al successo di San Siro all’andata), ma è inevitabile che dopo oltre tre mesi di stop, la lunghissima inattività legata al lockdown si potesse far sentire sui muscoli e anche nell’atteggiamento dei giocatori. Alle ore 21, però, si scenderà in campo per portare a casa il primo trofeo dell’era del coronavirus e per Maurizio Sarri è l’occasione di conquistare il primo titolo alla guida della Vecchia Signora.
"Mi girano i c... quando si dice che io in Italia non ho vinto niente”, ha detto alla vigilia il tecnico, senza usare tanti giri di parole, come è nel suo stile. “Ho fatto tutte le promozioni sul campo senza saltare nessuna categoria, ho fallito solo una promozione dalla C1 alla B. E' un percorso difficile andare a prendere le promozioni nelle categorie inferiori. Adesso però voglio aiutare i ragazzi a vincere un trofeo, per tifosi e per tutti noi”. Curioso, però, che per centrare l’obiettivo Sarri dovrà battere il suo passato, quel Napoli alla guida del quale è stato per tre stagioni, due delle quali vissute da acerrimo rivale della Juve.
“Non ho retro pensieri sugli avversari, mi sento proiettato solo su di noi”, ha tagliato corto sull’argomento. “Questa è la finale che avrei voluto perché noi ci siamo. Siamo concentrati sull'obiettivo e ho visto l'aggressività che mi pare giusta". L’allenatore bianconero non ha comunque mancato di fare i complimenti agli avversari (“Mertens è un grande giocatore, Gattuso mi piace molto: secondo me aveva fatto bene anche al Milan") e non si fida: “Il Napoli quando riparte ha grande pericolosità: contro squadre di questo tipo non si può concedere spazio nelle ripartenze, come abbiamo fatto nella partita di campionato. E poi loro sono una squadra che sa giocare ad alto livello le gare che contano”.
“Dobbiamo tirare fuori il nostro meglio, che magari non sarà il 100% ma il 90% sì", ha detto Sarri su quello che servirà per portare a casa la Coppa Italia, che per la Juve sarebbe la 14esima della sua storia. Ancora fuori Chiellini e Higuain, torna tra i convocati il gallese Ramsey ma tutto, una volta di più, ruoterà ancora attorno a Ronaldo e Dybala: toccherà a loro trovare gli acuti che servono per risolverla nei 90 minuti, senza dover ricorrere alla lotteria dei rigori, visto che non si giocheranno gli eventuali supplementari.
Ma con i 5 cambi a disposizione, anche la panchina alla fine potrebbe fare la differenza, a gara in corso.
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