Il Nazionale

Politica | 28 maggio 2020, 07:00

Prima i giovani medici, poi l'assistenza sanitaria e l'educazione privata: domani la protesta "occupa" piazza Castello per tutta la mattina

Dalle 10 i camici bianchi neo abilitati o precari, quindi gli addetti che non lavorano nel pubblico, che saranno anche davanti all'ospedale di Settimo Torinese. I sindacati: "Si parla giustamente di premi per gli operatori della Sanità di Stato, ma gli operatori del privato sono considerati di Serie B"

Prima i giovani medici, poi l'assistenza sanitaria e l'educazione privata: domani la protesta "occupa" piazza Castello per tutta la mattina

Una mattinata interamente dedicata alla rivendicazione di attenzione, diritti e considerazione. Piazza Castello - come spesso gli sta capitando, in questi ultimi tempi - diventerà la cornice di due proteste diverse, nella giornata di domani. Prima, dalle 10 alle 13, ospiterà la manifestazione dei medici neo-abilitati, “camici grigi”, liberi professionisti precari, medici in formazione specialistica, corsisti di Medicina generale e studenti di Medicina e Chirurgia, mentre dalle 13.30 toccherà agli operatori sei settori socio sanitari, assistenziali ed educativi del privato.

Nel primo caso, si tratta della tappa torinese di una protesta (ribattezzata "Medici in Mobilitazione Permanente: uniti per il SSN" che è di respiro nazionale. "Siamo uniti da un senso di incertezza e dalla coscienza di un futuro che sempre di più ci sfugge dalle mani", dicono gli organizzatori. "Il simbolo della manifestazione, nonché il filo conduttore che unirà l’intera categoria da Nord a Sud, sarà una mascherina con una X rossa e un 29, la stessa che verrà portata anche da chi non potrà esserci fisicamente perché impegnato a prestare servizio". 
La richiesta, per chi si darà appuntamento sotto i balconi della Regione, "una pronta e precisa Riforma della formazione medico specialistica". "L’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del COVID-19 ha, infatti, scompensato un sistema sanitario che già in condizioni normali faceva fatica ad assicurare un’assistenza adeguata. Ora più che mai ci rendiamo conto degli effetti deleteri di anni di tagli alla Sanità pubblica - dicono i responsabili della manifestazione, che aggiungono - E’, a nostro avviso, arrivato il momento di dare una svolta sostanziale al mondo della Sanità, partendo dal finanziamento di un numero congruo di contratti di formazione per Medici specialisti e di Medicina generale (MMG). L’obiettivo principale è quindi l’annullamento dell’imbuto formativo, possibile solo con il raggiungimento di un rapporto 1:1 tra candidati e contratti di formazione".

"Ci sentiamo abbandonati dalle Istituzioni, dai Ministeri della Salute, dell’Università e della Ricerca, che stanno adottando soluzioni tampone e parziali che non considerano né i bisogni di noi giovani Medici né tanto meno quelli della popolazione". 

Parlano invece di "Poco più di mille euro al mese e sottoposti a ricatto occupazionale nel caso in cui decidano di denunciare le condizioni in cui lavorano" i lavoratori e le lavoratrici del settore sociosanitario assistenziale ed educativo privato, che saranno in piazza Castello dalle 13.30 (e davanti all'ospedale di Settimo Torinese alle 10.30).

“In prima linea ci sono loro, gli invisibili. Si parla giustamente di premi per gli operatori della sanità pubblica ma gli operatori delle strutture socio sanitarie e socio assistenziali private ancora una volta vengono considerati professionisti di serie B, che stando a quanto preannunciato da molte cooperative sociali, non vedranno nemmeno riconosciuto il rinnovo del contratto nazionale, che prevederebbe questo mese un aumento” dichiarano Elena Palumbo (Fp Cgil), Cristiano Montagnani (Fisascat Cisl), Tiziana Tripodi (Fp Cisl), Nicolino Conconi (Uil Fpl) e Luigi Gambale (Uiltucs Uil).

“Per questo motivo ed anche per onorarare le vittime delle Rsa ed insieme protestare nei confronti di una gestione dell’emergenza che, invece di individuare gli errori commessi, per provare a salvare delle vite, pensa solo a su chi scaricare le colpe".

Massimiliano Sciullo

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