Chiara Appendino bis, in una coalizione Pd e M5s. In vista delle elezioni amministrative del 2021, la sindaca apre scenari politici imprevedibili fino a qualche mese fa.
Intervenuta nella trasmissione "L'aria che tira", su La 7, Appendino, incalzata dalla conduttrice ha parlato della sua possibile ricandidatura: "Lo dico da mesi, deciderò dopo l'estate. Ora siamo impegnati nell'emergenza e non è il momento di parlare di regolamenti interni". Il tema è cosa vogliamo fare, come la seconda linea della metropolitana o la mobilità alternativa".
A sostenerla, potrebbe esserci un'alleanza locale formata sulla base degli equilibri che tengono oggi in piedi il Governo giallorosso: l'asse M5S-PD: "Non escludo che si possa allargare l'orizzonte e guardare in modo più ampio a quello che è strettamente il movimento, il tema è quello che vogliamo fare come città. Non è Chiara Appendino il punto" ha ammesso Appendino, alla domanda se accetterebbe di essere la prima cittadina del Partito Democratico.
Chiude le porte a ogni possibile alleanza Mimmo Carretta, segretario provinciale del Partito Democratico: "A noi sta a cuore la mobilità sostenibile e l'equità sociale, la vocazione internazionale della città e la sua anima industriale. Istanze a cui questa amministrazione non ha dato risposte e che rendono improponibile un Appendino bis. Anzi, a dire il vero è cosa che non ci riguarda, né le strategie del Pd sono legate alla sua decisione, dato che siamo impegnati a creare un’alternativa che sia discontinua con la sua amministrazione. La conversione dell'Appendino verso posizioni che sosteniamo da sempre, in vista delle elezioni, risulta tardiva e strumentale".
“Non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che Movimento 5 Stelle e Partito Democratico volessero correre insieme per il Comune di Torino. L’intesa regionale tra Sergio Chiamparino e il sindaco di Torino erano evidenti e rappresentavano un banco di prova per future alleanze - afferma l’assessore regionale Fabrizio Ricca -. C’è anche una certa continuità, poi, tra forze politiche che negli ultimi anni hanno governato il capoluogo piemontese senza ottenere risultati notevoli per la città”.
Duro il commento anche dei Moderati: "La Sindaca Appendino dichiara di aspettare dopo l’estate per decidere del proprio futuro, perché ad oggi concentrata ad affrontare il Coronavirus. Le ricordiamo che la nostra città soffre da prima dell’arrivo di questa drammatica epidemia, purtroppo. Soffre per la mancanza di visione e per la precisa volontà della sua amministrazione di perseguire una vera e propria decrescita infelice. Abbiamo perso le Olimpiadi e il Salone dell’Auto e rischiato di perdere la Tav: questa giunta è come una nave pronta ad affondare e la sua apertura ad una coalizione allargata è un invito ad un ballo sul Titanic".
"Troppo comodo per la Sindaca Appendino provare a trovare sponda oggi, prendendo tempo e trincerandosi dietro il Coronavirus. I Moderati vogliono il bene di Torino: per questo motivo abbiamo sempre detto no a qualunque alleanza coi cinque stelle e per questo motivo lo ribadiamo oggi" commentano Giacomo Portas, Silvio Magliano e Carlotta Salerno.
"Il Centrodestra ha il dovere di essere l’alternativa per i torinesi. dopo i danni subiti da decenni di sinistra e il tracollo della città con Appendino non possiamo permettere la sommatoria dell’incapacità. Sarebbe un disastro irreversibile. Dopo che oggi Appendino ha fatto apertura al Pd, si profila anche nel capoluogo piemontese un’alleanza che già sta mettendo in ginocchio l’Italia. Solo noi abbiamo una visione della città libera da giravolte. Ci chiediamo infatti come fa chi fino ad oggi e’ stato all’opposizione del movimento cinque stelle a digerire, dopo il patto delle poltrone a Roma, anche quello della mole. Il solo fatto che se ne stia parlando dimostra come Fratelli d’Italia con il centro destra sia l’unica soluzione coerente e credibile" è il commento di Augusta Montaruli (Fdi).
L'apertura di Appendino al Pd è "del tutto fuori luogo", invece, per Silvia Fregolent di Italia Viva. "Torino - spiega - merita molto di più di un movimento che l'ha portata a un declino devastante. Bisogna recapitare al M5s l'avviso di sfratto dalla città".
Intanto, mentre l'Italia si interroga sul "problema spritz", con immagini di ragazzi che da Nord a Sud si divertono, a Torino ci si prepara al primo weekend di movida. Una movida diversa, normata da regole e da comportamenti stringenti da seguire dopo oltre due mesi di chiusure e lockdown.
"Stiamo lavorando con i commercianti per garantire delle regole che diano la possibilità ai ragazzi di godere degli spazi con responsabilità: il tema è 'come vivi le libertà che abbiamo conquistato con fatica?'. Ecco noi non vorremmo trovarci nelle condizioni di chiudere i locali" ha ricordato la sindaca. La prima cittadina, come più volte in passato, ha voluto buttare acqua sul fuoco alimentato da chi è solito puntare il dito contro i trasgressori: "Non possiamo sempre generalizzare. Una persona che sbaglia non è lo specchio della città, a Torino la maggioranza delle persone ha rispettato le regole".
Appendino, consapevole degli sforzi fatti da chi è rimasto chiuso per mesi e ha dovuto pagare di tasca propria la strumentazione per essere in regola, ha quindi rivolto un appello ai clienti: "Noi consumatori andiamo da chi è in regola, evitiamo abusivi. Cerchiamo per quanto possibile di consumare per dare una mano alle piccole imprese".
Inevitabilmente la riprenda anche dei ristornati, pub e locali coinciderà con un aumento dei controlli. La sindaca, su questo aspetto ha ribadito la necessità di un comportamento corretto in primis degli stessi cittadini: "I controlli li facciamo e sono importanti, ma non può esserci un vigile o un poliziotto o ovunque. Le regole ci sono e sono di buonsenso, sta a noi rispettarle per tutelare la nostra comunità".
Sulle difficoltà riscontate in Piemonte in questa fase d'emergenza sanitaria, Appendino ha ammesso: "La fase 1 ha visto un sistema sanitario impreparato dal punto di vista del materiale e dall'affrontare un'emergenza che non conoscevamo". Inevitabile poi un commento sulla manifestazione che ha visto gli infermieri scendere in piazza per denunciare le poche tutele ricevute: "Operatori senza dpi? A loro va la nostra solidarietà". E' stato complicato gestire il materiale, tra Governo e Regioni. Non voglio fare però polemiche, non so chi raccoglierà questa rabbia ma l'emergenza sanitaria si sta trasformando in emergenza sociale ed economica. Le città rischiano di diventare bombe sociali, lo Stato deve credere nei sindaci".
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