Quando tutto sembra avviato verso la ripresa, verso un graduale ritorno alla “normalità”, ecco l’inatteso stop.
Nessuna delle squadre di calcio della Serie A, pare con la sola eccezione del Parma,, riprenderà oggi (lunedì 18 maggio) gli allenamenti collettivi. Il che, se la situazione dovesse perdurare, altro non farebbe che rinviare ulteriormente in avanti la (sempre ipotetica e tutta da verificare) ripartenza del Campionato.
Al variegato mondo del calcio che sembra avanzare in ordine sparso con il presidente della FIGC che una manciata di giorni fa comunica di aver fatto proprie tutte le modifiche al famigerato protocollo proposte dal Comitato Tecnico Scientific e con Lega, squadre e medici sportivi che domenica 17 mettono nero su bianco quanto poco quel protocollo piace.
Così ieri il presidente federale ha consegnato al ministro dello sport Spadafora quelle che dovrebbero essere le regole per ripartire secondo Lega Calcio, dirigenti e medici delle Società.
Niente ritiro, niente distanziamento minimo fra giocatori come invece è fatto obbligo a noi comuni mortali, niente quarantena per i compagni di squadra del calciatore risultato eventualmente positivo al Coronavirus, cosa impensabile ed improponibile per l’uomo di strada, e niente responsabilità penale per il medico sociale (forse l’unica richiesta con una certa logica).
Il dorato mondo del calcio (per i quali i tamponi fioccheranno in grandi quantità dal cielo) prova insomma a forzare la mano al Governo. Ci sta.
Quello che potrebbe non starci è che così facendo forza la mano ai suoi tanti appassionati, stanchi e stufi di questo tiraemolla ed ancor più di vedere i loro beniamini trattati con quei privilegi che un tempo si dovevano agli dei ed alle figure mitologiche.
La palla torna ora al Comitato Tecnico Scientifico.
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