Il Nazionale

Cronaca | 07 maggio 2020, 20:40

Torino, prosegue il presidio davanti al Comune dei senzatetto “sfrattati” da Piazza D'Armi

Dopo la chiusura del dormitorio per l'emergenza freddo, una trentina di persone sta sostando sotto i portici di Piazza Palazzo di Città. Interrogazione parlamentare di Roberto Giachetti (Italia Viva)

Torino, prosegue il presidio davanti al Comune dei senzatetto “sfrattati” da Piazza D'Armi

Prosegue il presidio dei senzatetto “sfrattati” dopo la chiusura del dormitorio di Piazza D'Armi. Una trentina di persone sta sostando da giorni con tende e coperte, sotto i portici davanti alla sede del Comune di Torino, per chiedere soluzioni immediate; ad assisterli anche alcuni attivisti dei centri sociali cittadini, mentre a dominare la scena c'è uno striscione con l'eloquente scritta “Cosa Vogliamo? Dignità, casa e salute”.

A sostegno dei senzatetto è arrivata, in queste ultime ore, un'interrogazione parlamentare ai ministri degli interni e della salute presentata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti (iscritto al Partito Radicale, ndr) per chiedere la riapertura provvisoria del dormitorio garantendo servizi igienici e aiuti alimentari: “Lo spettacolo di queste ore – si legge nel documento – è quanto di più degradante e inumano si debba assistere: appare inaccettabile che decine di persone si trovino in questa grave situazione umanitaria senza iniziative o possibili soluzioni”. 

Le posizioni di Giachetti sono condivise dall'Associazione Marco Pannella: “Sulla vicenda – fanno sapere - delle decine di persone accampate senza servizi igienici, cibo e assistenza, non c'è stata nessuna risposta. Grazie alla decisione del Comune ora decine e decine di persone si trovano in una situazione socio-sanitaria pessima senza che ci siano possibili soluzioni. Chiediamo un piano di aiuto urgente in attesa di trovare soluzioni più strutturate e per scongiurare rischi di ordine sanitario così come denunciato anche dall'Ordine dei medici”. 

Una richiesta d'aiuto arriva anche dalla Pastorale Migranti: “Riceviamo ogni giorno 150 chiamate, sentiamo bambini piangere per la fameAffrontiamo – dichiara Marcella Rodino - situazioni differenti tra loro, legate da un comune denominatore: la povertà. Lo sforzo delle associazioni per sostenere i più deboli è immane, ma un conto è far fronte a una situazione emergenziale di un paio mesi, un altro è invece strutturare un piano capace di fornire aiuto per un orizzonte temporale più ampio. Da qui la richiesta alle istituzioni: non abbandonare e sostenere chi si occupa dei più fragili”.

Marco Berton

Commenti