Il DPCM del 26 aprile ha fornito nuove linee guida per il mondo dello sport, professionistico e non solo.
I provvedimenti emanati sottintendono una certa prudenza, in considerazione del fatto che l'emergenza sanitaria rappresenta ancora un fattore di rischio.
Via libera, dal 4 maggio, agli allenamenti per gli atleti professionisti (e non) degli sport individuali che si preparano per i Giochi Olimpici e Paralimpici e per gli atleti "di interesse nazionale" che saranno indicati dal CONI. Parola d'ordine, naturalmente: distanza.
"Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali".
Gli atleti che praticano sport di squadra potrebbero riprendere ad allenarsi il 18 maggio (ma si attendono ulteriori indicazioni dal Ministro Spadafora) mentre è stata ribadita la sospensione delle "competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati", nonché delle "attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori...".
Per quanto riguarda il jogging il decreto consente di svolgere all'aperto "individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività".
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