Il Nazionale

Cronaca | 27 aprile 2020, 17:48

A Torino per fare sesso con un’amica. Albese denuncia i poliziotti che avevano diffuso il video coi suoi dati

Il 12 aprile scorso una pattuglia della polizia lo aveva fermato in Lungo Stura Lazio. La contravvenzione con la curiosa giustificazione aveva fatto il giro della rete

A Torino per fare sesso con un’amica. Albese denuncia i poliziotti che avevano diffuso il video coi suoi dati

Insieme a una multa da 533 euro, quella troppo sincera giustificazione ("Vado a consumare un rapporto sessuale con un'amica") con la quale aveva inutilmente tentato di convincere una pattuglia della Polizia circa le "indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza" per le quali alle ore 9.10 di domenica 12 aprile si trovasse in Largo Stura Lazio a Torino invece che al suo domicilio di Alba gli è valsa centinaia e centinaia di messaggi coi quali perfetti sconosciuti da tutta Italia continuano tuttora a importunarlo per manifestargli ora divertita solidarietà, ora violento biasimo per l’aver irresponsabilmente infranto le regole del "lockdown" dando seguito a pulsioni non così presentabili.

Ora, il 45enne albese salito suo malgrado agli onori delle cronache, con tanto di generalità finite ben in vista sul verbale di contravvenzione immortalato nel video col quale quegli stessi agenti sorridevano della sua malefatta ("Una escort gli sarebbe costata meno", scherzavano nella ripresa fatta col telefonino, poi immessa in rete e divenuta presto virale), ha deciso di rivolgersi alla giustizia, denunciando quegli stessi ufficiali del Commissariato torinese di Barriera di Milano per almeno quattro possibili fattispecie di reato.  

Ad assisterlo l’avvocato Paola Coppa, che conferma: "Abbiamo presentato querela nei confronti dei tre agenti che hanno elevato la contravvenzione. Ad oggi si tratta di una denuncia contro ignoti, perché ancora non abbiamo avuto risposta rispetto alla richiesta da noi inoltrata alla Questura di Torino di vederci indicati i nominativi degli agenti".

Nell’attesa di individuarli il legale albese ha precisato le ipotesi di reato – tratte dal Codice Penale e da quello della Privacy – sulle quali la Procura di Torino sarà chiamata a lavorare: abuso ufficio, rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, diffamazione e divulgazione di atti sensibili.

"Toccherà al Pm valutare la sussistenza di queste e di altre eventuali ipotesi", prosegue l’avvocato Coppa, che spiega ancora: "Il video incriminato è circolato su migliaia e migliaia di chat e tuttora chiunque lo può trovare facilmente su YouTube. Nello stesso si leggono con evidenza i dati sensibili del mio cliente, nome e cognome, data di nascita, residenza. E insieme sono stati divulgati quelli del suo conoscente proprietario dell’auto, citato in quanto obbligato in solido della contravvenzione. Insieme al disagio del trovarsi destinatario di centinaia di messaggi da sconosciuti si è trovato al centro di una situazione spiacevole anche dal punto di vista familiare, considerata la sua omonimia con un cugino di primo grado, che ha famiglia e figli grandi. Una situazione spiacevole, insomma, che lo ha convinto ad agire per tutelare i propri diritti, con la previsione di adire le vie legali anche per il risarcimento economico del danno, nei confronti dei tre agenti, ma anche del Ministero dell’Interno, ai sensi dell’articolo 28 della Costituzione sulla responsabilità per le violazioni commesse da funzionari dello Stato nell’esercizio delle loro funzioni".

Ezio Massucco

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