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Eventi e Turismo | 24 aprile 2020, 10:18

Gianavello per riflettere sulla libertà: la proposta del Centro culturale valdese di Torre Pellice

In occasione del 25 aprile, l’ente invita ad assistere su Youtube a uno spettacolo di teatro delle ombre dedicato alle vicende del “Leone di Rorà”

Gianavello per riflettere sulla libertà: la proposta del Centro culturale valdese di Torre Pellice

La Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice ricorda l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo raccontando le vicende del contadino-condottiero Giosuè Gianavello accadute più di trecento anni. Domani, sabato 25 aprile, a partire dalle 10, la Fondazione invita infatti ad assistere allo spettacolo di teatro delle ombre che pubblicherà sul proprio canale Youtube e che è dedicato a una delle pagine più importanti della resistenza dei fedeli valdesi contro l’autorità sabauda e che vede protagonista il “Leone di Rorà”. «Non abbiamo scelto un tema alternativo alla Resistenza ma proposto la figura di un uomo che si è ribellato al potere che opprimeva popolo, seppure sia vissuto trecento anni fa» dichiara Davide Rosso, direttore della Fondazione.

Quella del teatro delle ombre è un’attività che impegna un’équipe del Museo da circa 8 anni. «L’idea è di presentare vicende legate alla storia valdese e del protestantesimo nel modo più realistico possibile ma rendendole adatte a un pubblico di bambini» spiega Nicoletta Favout, responsabile dei servizi educativi del Centro culturale valdese. Le rappresentazioni che si svolgevano al Museo valdese di Torre Pellice prima del lockdown e attiravano numerosi bambini e ora i video degli spettacoli, riprodotti dai componenti dell’éuipe ognuno a casa propria, vengono pubblicati mano a mano su You Tube. «Siamo partiti spiegando come costruire il proprio teatrino delle ombre in casa con materiale semplice e successivamente abbiamo iniziato a pubblicare i video degli spettacoli. In tutto saranno nove: cinque dedicati alla storia valdese e protestante, adatti ai bambini a partire dai 5 anni, e quattro alla cultura materiale che possono cominciare ad apprezzare già i bambini di 3 anni» aggiunge Favout.

Tra tutte le storie, quella che vede protagonista la resistenza di Gianavello è una delle più cruente, come conferma Favout: «Si tratta di una delle vicende più dure ma che si presta bene al racconto per via dei trucchi per difendersi dalle truppe che vengono attribuiti al protagonista. I momenti più tristi comunque verranno solo evocati con giochi di luci ed ombre e abbiamo deciso di dare un lieto finale alla vicenda chiudendola con un momento positivo come il Glorioso Rimpatrio». Rosso descrive la ragione per cui si è deciso di raccontare ai bambini una storia così dura: «È importante fornirgli un’occasione per iniziare a riflettere sull’importanza di portare avanti le proprie idee e di lottare per essere liberi. In questa prospettiva la storia di Gianavello porta con sé valori che rimangono attuali».

Elisa Rollino

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