Il Nazionale

Cronaca | 19 aprile 2020, 14:10

Arriva il 5G in città: raffica d’interrogazioni a Palazzo Tursi

I consiglieri comunali Fabio Ariotti (Lega), Enrico Pignone (Lista Crivello) e Mauro Avvenente (Italia Viva) chiedono chiarimenti per capire quanto possa essere invasivo e gli eventuali rischi per la salute

Arriva il 5G in città: raffica d’interrogazioni a Palazzo Tursi

Come se non bastasse tutta l’ansia generata dall’epidemia di coronavirus, c’è un altro tema, molto caldo, che tiene banco in queste settimane: l’installazione delle antenne di ultima generazione, per la telefonia a 5G; si tratta di dispositivi molto più potenti rispetto a quelli precedenti e le preoccupazioni sulle conseguenze che possono portare agli esseri umani sono molteplici. La paura, come sempre, corre sui social, ma è poi la politica che la deve incanalare nella giusta direzione. E soprattutto, attraverso atti concreti, trovare delle risposte serie e attendibili.

La situazione nel Municipio VII Ponente è questa: si prevede l’installazione di sei antenne 5G, nelle prossime settimane, secondo un piano che è stato reso noto nei giorni scorsi. Si tratta di via Fagaglia (alture di Pra’), località Vetta di Pegli, via don Giovanni Verità a Voltri, via Finale a Pra’, via Gainotti a Vesima e via De Sanctis a Ca’ Nuova. È tutto tranquillo? Tutto a prova di salute umana? Tutto verificato? Se lo chiedono diversi consiglieri di Palazzo Tursi, e soprattutto lo chiedono al Comune di Genova. Tra i primi, Fabio Ariotti della Lega, che è anche presidente della commissione welfare: “Ho ricevuto parecchie segnalazioni nei giorni scorsi - racconta - da alcuni cittadini della Valbisagno, per via di un’antenna che è stata collocata sul tetto di un palazzo. Sempre in quei giorni, c’è stata una notevole moria di volatili. Voglio capire se i due episodi siano collegati, vogliamo capirlo un po’ tutti. Occorre avviare degli approfondimenti in questo senso. Non è proprio il momento, direi, di ingenerare altri problemi a una popolazione già provata dall’epidemia di coronavirus”.

Per questo tutto il gruppo della Lega in Consiglio comunale ha presentato un’interrogazione a risposta immediata (ex articolo 54) con la seguente richiesta: “Poiché risulta che a breve saranno installate circa 57 antenne di telefonia mobile successivamente attivate per la tecnologia 5G su tutto il territorio cittadino, si chiede un approfondimento circa quanto disposto e soprattutto conoscere i livelli di rischio di esposizione per la popolazione”. Analoga iniziativa è stata intrapresa, sempre in sala rossa, dalla Lista Crivello, in particolare dal consigliere Enrico Pignone: “A seguito degli accordi intercorsi tra il Comune di Genova e alcune aziende di telecomunicazione, che hanno portato a un protocollo d’intesa per la sperimentazione di questa tecnologia in ambito cittadino, si chiede lo stato dell’arte di tale sperimentazione e di come l’amministrazione sta procedendo per monitorarne l’installazione, alla luce anche delle dichiarazioni di alcuni presidenti di Municipio, che lamentano di non essere stati informati di nulla, e delle preoccupazioni di molti cittadini relativamente alle irradiazioni prodotte da tali impianti”.

Le interrogazioni sono indirizzate all’assessore competente, nonché vicesindaco, Stefano Balleari. La risposta arriverà per iscritto, secondo il regolamento aggiornato nelle ultime settimane, che non prevede la discussione degli articoli 54 in aula, a causa dell’emergenza sanitaria e della necessità di svolgere i lavori del Consiglio comunale con la modalità della teleconferenza. Sul fronte del Ponente, è al lavoro anche Mauro Avvenente, consigliere comunale di Italia Viva e già presidente del Municipio VII: “Premettendo che ci sono notizie contraddittorie, ma piuttosto allarmanti, circa gli effetti sul corpo umano delle onde magnetiche emesse da tali antenne, attraverso la trasmissione di fonia e dati, chiedo di conoscere: tempi e modalità d’installazione della nuova rete; siti nei quali sono già state installate le antenne che utilizzano la nuova tecnologia; in quali zone, in quali municipi e in che tempi partirà la sperimentazione con le nuove frequenze nella città di Genova; se le frequenze utilizzate possano, come paventato da alcune ricerche scientifiche, arrecare nocumento alla salute umana e se esistano degli studi scientifici che certifichino che le nuove emissioni sono innocue, nonché la piena, totale e assoluta salubrità delle succitate tecnologie; quali potranno essere gli eventuali vantaggi e le differenze tra la tecnologia 5G e le attuali 3G e 4G”.

La raffica d’interrogazioni sul 5G arriva a seguito del protocollo, firmato agli inizi di febbraio, tra il Comune di Genova e la Vodafone, una delle principali aziende di telefonia mobile. In questo documento, viene appunto previsto un piano di potenziamento della rete telefonica dell’operatore, con l’attivazione della banda ad alta frequenza. I nuovi ripetitori, secondo quanto stabilito, verranno distribuiti su tutti e nove municipi genovesi, e saranno installati su torri già presenti sul territorio, “attraverso aggiunta di nuove antenne in grado di trasmettere la nuova tecnologia in essere, garantendo i limiti espositivi di legge - come si legge nel protocollo - Per questo si è posto, come criterio progettuale fondamentale nella stesura del Piano, l’intervento sulla struttura esistente in modo da garantire il miglior compromesso tra le esigenze di copertura e di qualità del servizio attese dal cliente, e di minimizzazione dei livelli di esposizione della popolazione”. Ma sono molti gli aspetti ancora da chiarire e, soprattutto, sarà da vedere come si comporteranno pure gli altri operatori.

Alberto Bruzzone

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