Il Nazionale

Sport | 16 marzo 2020, 08:00

CALCIO IN BILICO - Parola a Viassi, Cicciù e Lucibello, tra regole, stop (?) e rimborsi

Emergenza Coronavirus: dentro la situazione piemontese con tre importanti addetti ai lavori. Lucibello: "Dentro questa situazione nulla è programmabile..."

CALCIO IN BILICO - Parola a Viassi, Cicciù e Lucibello, tra regole, stop (?) e rimborsi

Quasi 30 società tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria pronte a non tornare in campo. In Piemonte/Valle d'Aosta si riparte da qui, da questa notizia che ha scosso tutto il movimento e creato un'eco nel calcio dilettantistico nazionale.

La decisione di alcuni presidenti di firmare e inviare un documento al presidente del Comitato Regionale Christian Mossino, ribadendo principi etici, morali e regolamentari (ricordando anche le conseguenze penali a carico dei responsabili delle società in caso di epidemia interna alle squadre di calcio) ha scatenato il dibattito sul web e non solo, ma allo stesso tempo ha creato molti spunti di riflessioni e domande da porsi. I "temi caldi" sono:

- giusto annullare la stagione 2019/2020 oppure no?

- come gestire, a livello regolamentare, restando dentro ad una determinata tempistica, un'eventuale ripresa dei campionati?

- rimborsi-spese: come gestire lo stop? Altra domanda secca: non sarebbe giusto saldare tutti i rimborsi poiché frutto di un accordo raggiunto tra le parti (ma quasi mai in modo scritto...) ad inizio stagione e poi, per prassì, spalmato su tante mensilità, invece che in un'unica soluzione?

- c'entrano situazioni di classifica sulla volontà di chiudere la stagione in anticipo da parte di qualcuno? Molti, troppi, continuano a pensare male.

Abbiamo così parlato con Fabrizio Viassi, allenatore del Fossano in serie D, con Mimmo Cicciù, importante dirigente del Borgaro in Eccellenza, e con Toni Lucibello, navigato allenatore del Villarbasse in Prima Categoria. Tre punti di vista, tre categorie. Tre storie diverse tra semiprofessionismo e puro dilettantismo.

VIASSI - QUI FOSSANO: "Distinguere le categorie"

Anche Viassi, uno tra gli allenatori più stimati del calcio piemontese, ha naturalmente letto e commentato la notizia della proposta di annullare i campionati da parte di una trentina di club: "Siamo però al 10 per cento del totale...".

Il tecnico chiarisce subito un concetto: "In serie D fai il ritiro estivo a luglio. Quando giochi in trasferta, spesso, vai via il sabato per andare fuori regione. Aggiungo che i giocatori in serie D, statisticamente, non fanno un altro lavoro tranne giocare a pallone o magari sono tutti molto giovani e studiano, come il nostro modello-Fossano. Ci sono poi contratti da professionisti, come il mio da allenatore. Possiamo mai pensare di essere definiti dilettanti, considerando tutte queste cose? La verità è che non lo siamo, quindi bisogna distinguere tra categorie".

Cosa pensa Viassi della proposta di annullare i campionati da parte di esponenti di Eccellenza/Promozione? "Sperando che tutto torni presto verso la normalità o la semi-normalità e che questa possa essere raggiunta nel mese di aprile, io penso che il tempo per giocare ancora e terminare la stagione potremmo trovarlo tutti, magari allungando la stagione a giugno e facendo slittare gli Europei. Prima di tutto la salute, certo, poi penseremo alla vita che va avanti in tutti gli ambiti della nostra quotidianità. Non c'è una decisione giusta o sbagliata. Ci sono pensieri ed esigenze differenti. Dobbiamo distinguere per forza. Mi vengono in mente giocatori che vivono di calcio in Eccellenza, che magari hanno anche famiglia...E' ovvio sentir dire da loro che non si può annullare quanto fatto fin qui sul campo ed è altrettanto naturale che ad un giocatore di Prima Categoria che scende in campo a zero euro questa cosa possa toccare molto meno".

Rimborsi-spese, eventuale stop ed interessi economici. Viassi: "Ecco, questi sono altri temi che possono creare dibattito, polemiche o imbarazzo. In serie D, ripeto, non possiamo essere considerati dilettanti, perché lavoriamo in modo professionistico e dentro dinamiche professionistiche. Non è un hobby scendere in campo, ma un lavoro che coinvolge tutte le nostre giornate. Per cui è giusto che determinati accordi economici sottoscritti ad inizio stagione vengano rispettati. Si può discutere dei dettagli, dei giorni non passati ad allenarci, dei mesi non giocati, ma alla fine in qualche modo termineremo la stagione per la quale tutti, con diverse mansioni, siamo stati arruolati. La serie D può giocare turni infrasettimanali e terminare, come molti hanno pensato, a giugno inoltrato. Interessi a chiudere la stagione? Ovviamente pesa nella nostra categoria la presenza di società come Palermo e Foggia, che si trovano nei primissimi posti delle classifiche...E' inutile negarlo, queste influenze conteranno su chi dovrà prendere delle decisioni. In più è impensabile chiudere la stagione adesso in virtù delle gare giocate, 25 o 26, quindi ben oltre la metà, e del fatto che non tutte le squadre hanno lo stesso numero di partite giocate essendoci recuperi da disputare. Non è ammissibile decretare vincitori e vinti con un disallineamento in classifica".

CICCIU' - QUI BORGARO: "Responsabilità penali ci fanno pensare..."

Stessa linea, con qualche riflessione diversa, per Mimmo Cicciù, grande dirigente piemontese e direttore sportivo del Borgaro: "Un grande abbraccio a chi sta vivendo momenti di terrore o chi ha perso qualcuno in questa situazione surreale. Prima la salute, poi tutto il resto compreso il calcio dilettantistico, ovviamente. Se però dobbiamo entrare nell'argomento dico senza problemi che il presidente Perona pensa, eccome, alle eventuali ripercussioni penali legate alle responsabilità di eventuali contagi interni alla società...Ci hanno chiesto di effettuare certificazioni tramite un medico, di organizzare un sistema di controlli impensabile poichè noi siamo dilettanti e lo siamo davvero. Al Borgaro il 90 per cento dei giocatori della prima squadra ha un altro lavoro. Quindi è calcio fatto a buoni livelli, ma ad un certo punto ti devi fare altre domande e devi capire se per molti è un hobby, e questo è, o un lavoro...L'emergenza crea una situazione di assoluta straordinarietà dentro la quale tutti devono avere buon senso".

Come pagare i rimborsi-spese se la "spesa" non c'è stata? "E' quello che ci chiediamo noi. Giocheremo a giugno, come spero e mi auguro annullando gli Europei? Pagheremo giugno, oltre che tutti i mesi giocati. Ma non possiamo dare rimborsi per un mese in cui nessuno si è allenato e nessuno ha giocato. Questa scelta è condivisa da molte società e mi sembra tutto logico, normale, naturale. Annullare la stagione? Abbiamo letto e valutato il documento e la proposta degli altri club, ma non lo abbiamo voluto firmare perché se, e quando, si deciderà di tornare in campo noi non potremo e vorremo rifiutarci di farlo, a differenza di altri".

Il Borgaro ha poi un altro grosso problema: i mancati "ricavi" dal torneo internazionale "Maggioni-Righi", riservato alla categoria Allievi. Una manifestazione che ha sfornato campioni e che ospita ogni anno (da 40 anni...) squadre da tutto il mondo. Un'altra mazzata sul Borgaro e su Perona. 

E di qui un'altra domanda per Cicciù: quali ripercussioni di questa emergenza intaccheranno l'economia legata al calcio dilettantistico? "Ce ne saranno e anche tante, credo. E' inutile negarlo, le aziende se non supportate dallo Stato faranno ancora più fatica e potrebbe essere ancora più difficile indirizzare soldi extra sul calcio, per le sponsorizzazioni, nel 2021 e magari non solo...".

LUCIBELLO - QUI VILLARBASSE: "Non si può far finta che non sia successo niente per trequarti di stagione..."

E scendiamo in Prima Categoria dove, ancora una volta, tutto cambia. Sì, perchè il Villarbasse di Toni Lucibello è una "squadra a zero euro". Una squadra che sogna, prima in classifica da neopromossa, un club che sta facendo qualcosa di straordinario. Ma è calcio, vita, aggregazione inteso come hobby, perchè questa è la Prima Categoria. Altro che 5-6mila euro al mese in serie D. Altro che 800, 1000 o 1500 euro al mese in Eccellenza o la metà in Promozione.

Lucibello: "I nostri giocatori quando vanno in trasferta si pagano pure la benzina...Va anche detto che nel nostro girone ci sono squadre che danno rimborsi, ma noi con la nostra filosofia siamo davanti e questo ci rende orgogliosi. Abbiamo per metà lavoratori e per metà studenti. Annullare tutta la stagione, giocata fin qui per trequarti, sarebbe per noi un motivo di immensa delusione. Nulla legato al denaro. Per noi conta solo l'aspetto morale ed emozionale. Il Villarbasse sta disputando una stagione straordinaria, forse irripetibile. Togliere un sogno a questi ragazzi farebbe male davvero, anche se annullare tutto vorrebbe dire mantenere la categoria...".

Soluzioni? "Mi allineo ai miei colleghi. Se possibile, giocheremo a giugno. Mancano 8-9 partite, se andiamo in campo anche solo a maggio e giugno ce la facciamo, magari con qualche turno infrasettimanale. Il fatto è che è dentro un'emergenza nulla è programmabile. Ad oggi è inutile sbilanciarsi sulle date di ripresa dell'attività e dobbiamo anche aspettarci regolamentazioni straordinarie, come mini-playoffs e mini-playout tra poche squadre in testa e in coda nelle varie classifiche per accorciare i tempi. In questo caso sarebbe un bene per il Villarbasse, che ha sofferto più le gare con le piccole e che ha sempre tirato fuori il meglio nelle gare contro le grandi...".

Lucibello ripete: "Non possiamo però far finta che fin qui non si siano giocati trequarti di stagione. Questo dovremo comunque tenerlo in considerazione, qualsiasi sia la decisione della Lnd. I rimborsi-spese? Capisco le riflessioni in altre categorie, ma bisognerebbe anche parlare degli incassi derivanti dalle iscrizioni alle scuole calcio, già nelle casse delle società, e dagli accordi con gli sponsor ad inizio stagione, con bonifici già partiti e arrivati molti mesi fa. Ci vuole buon senso, è una situazione fuori dalla normalità, non ci sono regole scritte".

E adesso? Non ci resta che aspettare e sperare, che si torni alla vita, alla normalità e anche allo sport. Non dovesse bastare il mese di aprile, e neanche quello di maggio, potrebbe cambiare davvero tutto...

Michele Rizzitano

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