Il Nazionale

Cronaca | 08 febbraio 2020, 12:10

Traffico di droga da Torino ad Asti: 49 indagati e 11 arresti per spaccio

Creata una vera è propria rete: i nigeriani e senegalesi si rifornivano nel capoluogo, per poi approvvigionare le "piazze" astigiane

Traffico di droga da Torino ad Asti: 49 indagati e 11 arresti per spaccio

Quarantanove persone indagate, 11 arrestate in flagranza di reato, altre 20 colpite da provvedimenti restrittivi, 9 indagati per favoreggiamento personale, 24 segnalati alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti, 33 utenze telefoniche intercettate per 210 giorni complessivi (pari a circa 12.000 ore di audio registrato), circa 28.000 cessioni di droga monitorate per un totale pari a circa 7 chili. 

Sono gli impressionanti numeri dell’operazione, denominata “Riki Cod”, nell’ambito del quale la Squadra Mobile della Questura di Asti ha sgominato un vasto traffico di sostanze stupefacenti sull’asse Torino-Asti. Stando a quanto appurato nel corso della lunga attività investigativa, protrattasi per oltre un anno, le persone coinvolge si rifornivano della droga per l’appunto nel capoluogo di regione, dove arrivavano in treno per ridurre il rischio di controlli, e la spacciavano poi sulla piazza astigiana dopo averla trasportata ingerendo le dosi termosaldate.

Pur non trovandosi di fronte a un unico sodalizio criminale, ma bensì di vari gruppi di spacciatori sostanzialmente scollegati tra di loro, l’attività svolta dagli investigatori della Mobile ha permesso di appurare che tra i vari gruppi si era creata una “rete” di reciproca collaborazione, anche tra etnie differenti, che li portava a cedersi vicendevolmente dosi di stupefacenti nel caso uno degli spacciatori non ne avesse a sufficienza per assecondare le richieste dei tossicodipendenti che a lui si rivolgevano.

Il complesso puzzle investigativo che ha portato ora alla chiusura delle indagini ha preso il là dall’arresto del 43enne Riccardo Schialfa, pluripregiudicato per reati connessi lo spaccio di stupefacenti, a casa del quale gli investigatori hanno rinvenuto numerosi dosi, denaro contante e materiale utilizzato per il confezionamento.

Da quella prima attività, gli investigatori hanno ricostruito, anche raccogliendo numerose dichiarazioni dei consumatori di volta in volta fermati, numerosi elementi comprovanti l’esistenza di una rete di spaccio che operava in vari punti cittadini quali corso Felice Cavallotti, via Fiume, via Zara, il parco della Resistenza. Non di rado in prossimità di scuole. 

Dal primo gruppo di italiani inizialmente monitorati, l’analisi si è poi ampliata ad alcuni magrebini, anch’essi dediti allo spaccio, in contatto costante con il primo gruppo di intercettati. §In particolare le intercettazioni dei cellulari in uso a Jashar Tahiraj, Xhemal Kiptiu e Massimo Bighi consentiva di ascoltare e registrare numerose conversazioni tenute con altri consumatori, residenti in città ed in provincia, ai quali il Bighi cedeva cocaina, eroina e metadone.

Sono altresì emersi altri personaggi di spicco quali Mahdi Chaabeni (detto Zio o Medi) e Kingsley Ohamara Onyeka, pregiudicati più volte fermati per per spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare lo Chaabeni aveva un ruolo primario nelle attività di spaccio – che lo ha visto più volte protagonista dal 1999, interrotta solo dai periodi di detenzione in carcere – nell’ambito della quale gestiva una fitta rete di consumatori locali che lo stesso riforniva di eroina e cocaina ad ogni ora del giorno, ma anche di notte.

Altra figura di spicco, oltre i citati che erano solito collaborare con connazionali nella attività criminale e rifornire numerosi tossicodipendenti ad ogni ora del giorno e della notte, è quella di Hafedh Selmi (detto Fabietto o Fabien), il quale contattava direttamente i fornitori stranieri di Torino chiamati Joe o Zidan ai quali “ordinava” giornalmente in modo criptico la quantità di droga, in dosi, pronte per essere trasportate in bocca ed ingerite in caso di controlli.

Nel corso dell’attività condotta, i poliziotti hanno inoltre appurato nella realtà astigiana un preoccupante aumento di assunzione di eroina, denominata “white”, una droga con “tagli” pericolosissimi, farmaci, anfetamine e anche sostanze velenose, assumibile con iniezione o per inalazione, ceduta a prezzi di mercato alquanto contenuti.

L’altissima percentuale di cessioni registrate, composte da eroina, cocaina o anfetamine, ha fatto presumere un’assunzione combinata delle sostanze da parte dei consumatori, meglio conosciuta come “Speedball” o “Powerball”, termini utilizzati per indicare una combinazione tra le menzionate sostanze droganti.

A conclusione delle indagini, sono state eseguite le attività di custodia cautelare connesse, con custodia cautelari in carcere, agli arresti domiciliari e all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria emessa dal Tribunale di Asti, nella persona del giudice per le indagini preliminari ott. Alberto Giannone, su richiesta del procuratore aggiunto dott. Vincenzo Paone. Oltre ai soggetti riportati di seguito, restano ancora a piede libero cinque persone, attualmente ricercate.

Gabriele Massaro (LavocediAsti)

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